Il Direttore della Scuola Archeologica Italia di Atene, Professore Emanuele Greco, ci ha inviato un appello disperato che sosteniamo e inoltriamo:
Cari Amici,
ancora una volta devo rivolgermi a voi (con il rischio che sia l’ultima volta) per comunicarvi che la SAIA è nuovamente a rischio di chiusura.
I due tentativi operati in passato (2009 e 2010) ne prevedevano la chiusura in modo esplicito: fu così possibile evitare la catastrofe grazie al provvidenziale intervento del Presidente della Repubblica nel 2009 e del Ministro Galan nel 2010.Oggi la situazione è cambiata: il procedimento è persino più raffinato. Nessuna chiusura della Scuola, per carità. L’Istituzione deve vivere con un bilancio talmente esiguo che decretarne la morte per legge sarebbe quasi un sollievo.
Alcuni numeri, in breve. Tra il 2001 ed il 2011 il finanziamento è passato da 1 milione di euro a 400.000. La progressione è stata paurosamente costante. Grazie a qualche aiuto provvidenziale, ma a carattere di una tantum , mi è stato possibile, in sintonia con un’oculata gestione del bilancio che ha visto ridurre all’osso l’attività della scuola (sempre meno borse, meno scavi, meno convegni, qualche pubblicazione come i volumi di Topografia ateniese che però sono stati finanziati da Arcus) siamo riusciti a sopravvivere fino ad oggi.
Ora la situazione è cambiata, perché 1) il finanziamento 2013 sarà di 370.000 euro (per ora…fino all’approvazione della legge di stabilità non si sa mai, potrebbe essere ulteriormente ridotto!) 2) per permettere il funzionamento della SAIA nel 2012 è stato necessario ricorrere ai risparmi accumulati negli ultimi anni con la conseguenza che non disponiamo più di quella risorsa. La Scuola che anche per una vita grama, riducendo tutta la sua attività al pagamento delle spese fisse, ha bisogno di circa 750.000 euro deve invece tirare avanti con la metà di questa cifra.
Giustamente, con una relazione piena di sarcasmo degna di essere annoverata tra i capolavori letterari del XXI secolo, la Corte dei Conti ha inviato poche settimane fa al Parlamento della Repubblica il suo rapporto annuale nella quale chiede due cose: 1) che il governo mediti sul futuro di questa istituzione che ha un bilancio nel quale le entrate servono solo a pagare stipendi (ciò che non è assolutamente vero perché come al solito i calcoli sono solo quelli del contabile che non tengono conto dei vantaggi non economici della istituzione che non è una fabbrica di bulloni) 2) che la Corte dei Conti sia sollevata dal fastidio di occuparsi di questi pezzenti.
Cari amici non mi resta che salutarvi con l’augurio di Buone Feste chiedendovi di sostenere la scuola firmando l’appello che metteremo subito nel sito www.scuoladiatene.it e nel solito appello on-line che abbiamo già sperimentato in passato.
Emanuele Greco