Vai a trovare gli amici della Salumeria della Musica,
è stata segnalata da esperti come un valido posto tra i primi 100 nel mondo dove ascoltare del buon jazz e non solo…
Ci sono stata una sera, con Giovanni e Pietro…appena entri ti trovi subito dentro un’atmosfera molto informale, c’è una ragazzina che fa cassa, 10 euro a persona, e poi sali tre gradini, passi davanti al bar che serve birra ed ogni altro genere di alcolici, scendi altri tre gradini, mi sembra di ricordare, e ti ritrovi nella sala anch’essa dislocata su più livelli dove si creano diversi angoli più o meno raccolti, più o meno disposti a circolo dove la gente si siede in libertà, in ordine sparso, attorno al proprio tavolo… Prima di entrare nella grande stanza che più che un locale ha l’aspetto di una fabbrica dismessa rivista e corretta, si passa appunto davanti a un bancone frigo che custodisce ogni genere di salumeria, perchè qui si mangia e non si beve soltanto…Da questo particolare credo il nome insolito dato al ritrovo, punto storico di incontro dei giovani e meno giovani di Milano e dintorni.
La zona è quella dopo di via Ripamonti, subito fuori trovi anche una sede dell’Arci ed altri bar illuminati gremiti di gente di ogni risma con una sola preoccupazione, quella di far tardi.
Il posto ce l’ha indicato un amico di Pietro che chiedendo in giro dove potere andare a sentire della musica alternativa e vincente ha fatto questa simpatica scoperta.
Quella sera siamo arrivati intorno le dieci e mezza, dopo una mordi e fuggi sosta sui Navigli; la sala era già piena, non c’erano più posti a sedere; cantava una giovane donna di colore, una voce calda, due lunghe gambe sotto una succinta minigonna… Abbiamo aspettato che lo spettacolo del momento finisse prima di disturbare le persone sedute sulla scala che portava al soppalco laterale; qui c’erano dei divani un pò vecchiotti, parecchio vecchiotti, dove però nessuno sembrava fare caso all’arredamento… Qualcuno ha approffittato della pausa per alzarsi e andare a farsi un aperitivo; qualcun’altro ha pensato bene di mettersi a fare due chiacchiere con l’amico o con l’amica che non vedeva da tempo…insomma, sembrava di stare nello hall di un teatro dove ognuno sta lì fuori della scena sentendosi parte della scena che continua, dello spettacolo mai interrotosi che assume semplicemente contorni più allargati, sfumature partecipate e condivise…
Bella Milano, è la Londra d’ Italia. Ci ho vissuto per un breve periodo, da studente, e ne ho assaporato il clima frenetico e da prima donna; Milano è bella per quello che offre, per come si lavora, per la bella gente e per le belle piazze…è una città tutta da scoprire, ricca di storia, di cultura, di belle cose, ma ha ovviamente anche dei limiti, come tutte le grandi metropoli.
Può diventare una città faticosa, ostile, persino gretta qualora dimenticasse la sua funzione di capitale economica del paese… Da brava e felice provinciale non scambierei mai la mia tranquilla e campagnola Brianza con le vestigia della città della moda; di certo però cambierei i suoi abitanti, manderei tutti questi grassi e noiosi similcumenda ad imparare le regole del saper vivere in qualche rinomato istituto urbano…così che magari la periferia della bella signora potrebbe evolversi in un senso vero e pieno diventando una valida e poliforme collaboratrice del management e dello sviluppo, quello pulito…
Certo, se pensiamo a Roma, Venezia o Firenze, ci vengono in mente subito le loro inenarrabili bellezze artistiche, contro cui Milano non può certo competere, ma la bellezza di questa city e della sua verde periferia è proprio nella sua signorilità, nel suo non essere appariscente ed immediatamente classificabile.
Milan l’è un gran Milan e nessuna città della Lombardia credo possa competere con questa meritatissima e sudatissima definizione…
A Milano mi sono laureata, a Milano mi sono innamorata, a Milano ho appreso i rudimenti del mio mestiere…anche se poi non mi definirei milanese, come non mi definisco nemmeno brianzola; sono di sangue misto, come ho già scritto e detto, mio padre era nativo dell’appennino tosco emiliano, solo mia madre era una brianzola di lunga tradizione…
Comunque la serata alla Salumeria finisce precocemente; è giovedì, domani si deve lavorare, ci si deve alzare presto.
Finito anche il secondo spettacolo ci alziamo a malincuore; vorremmo restare, la musica è piacevole, la compagnia dolce, il sonno messo a tacere…ma come detto domani ci si deve alzare come al solito e da scrupolosi indefessi lavoratori bisogna pensare al ritiro, al rientro…
Ci avviciniamo all’uscita, ci approssimiamo alla macchina…in un attimo le luci calde delle strade urbane si smorzano, escono di scena; in un attimo ci ritroviamo nella nostra buia e taciturna campagna.
Giovanni ci accompagna a casa.
Io e Pietro arriviamo, un breve saluto e Giovanni riparte; domani è davvero un altro giorno…tutto è pronto a ricominciare…