La salute è affare da donne?

Da Psicologiagay
 

Diversi studi hanno dimostrato che nei matrimoni eterosessuali sono le donne che si preoccupano di aiutare il marito a condurre uno stile di vita salutare. La donna, secondo i sociologi e gli psicologi, è educata fin da piccolissima a prendersi cura di qualcuno (a partire dalle bambole), e questa predisposizione trova terreno fertile nel matrimonio.

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Corinne Reczek, professoressa di sociologia all’Università di Cincinnati, e Debra Umberson, professoressa di sociologia all’Università del Texas di Austin, hanno, per la prima volta, analizzato il modo in cui i partner nelle coppie omosessuali si influenzano a vicenda per gli aspetti legati alla salute, analizzando il comportamento di 20 matrimoni eterosessuali, di 15 coppie gay e 15 coppie lesbiche negli Stati Uniti. Oggetto di studio è stato quello che le autrici definiscono “health work” (lavoro sulla salute), indicando ogni attività e ogni discorso finalizzati ad incentivare condotte salutari nel partner, analizzato attraverso un’intervista strutturata.

Secondo i risultati dello studio, almeno un partner nei tre quarti delle coppie conduce qualche forma di “health work“, principalmente per due ragioni: il partner ha delle pessime abitudini, che possono nuocere alla sua salute, oppure uno dei due partner si considera un esperto di condotte e abitudini di vita salutari.

Nelle coppie eterosessuali è la donna che generalmente ha il ruolo di esperta, mentre nelle coppie omosessuali il ruolo di “esperto della salute” non ha niente a che fare con il genere, e si risconta un comportamento di attenzione e preoccupazione reciproche, nell’80% delle coppie gay e dell’86% nelle coppie lesbiche (mentre sono entrambi i partner a preoccuparsi della salute solo nel 10% delle coppie eterosessuali).

Secondo le autrici i risultati dello studio dimostrano che il contesto relazionale influenza la dinamica di accudimento: “Le condizioni istituzionali e sociali nelle quali vivono le coppie omosessuali, inclusa la cultura prevalentemente omofobica ed eteronormativa, e la mancata istituzionalizzazione delle unioni non eterosessuali, determinano un contesto relazionale unico, che facilita l’emergere di una presa in carico sugli aspetti della salute più cooperativa e ugualitaria“.


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