La santa inquisizione: torture e lato oscuro nella storia della chiesa

Creato il 20 dicembre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

di Emiliano Morozzi

La sedia dell’Inquisizione (contosu.it)

La Santa Inquisizione, il lato oscuro della storia della Chiesa cattolica, una istituzione che andava contro la natura stessa del cattolicesimo e che servì alla gerarchia ecclesiastica per individuare e punire, spesso in maniera barbara e a volte arbitraria, tutti coloro che, a detta del tribunale, andavano contro l’ortodossia cattolica. Uno strumento che, leggendo il Vangelo, non doveva neppure esistere: Gesù raccomanda ai suoi discepoli di usare la forza delle parole per convincere il peccatore dell’errore commesso, ma quando la Chiesa diventa istituzione e poi religione di stato (nell’Impero Romano, sotto Costantino) per difendere la propria autorità si prende il diritto di difendere la propria dottrina anche e soprattutto con l’uso della violenza contro gli eretici o presunti tali.

In occasione del Sinodo di Verona del 1184, il Papa Lucio III emanò una bolla per combattere l’eresia, nella quale si incaricavano i vescovi o loro sottoposti di indagare se nelle parrocchie di appartenenza vi fossero inquisitori, stabilendo anche il principio che per essere accusati di eresia, era sufficiente il sospetto o la delazione di qualcuno. Qualche anno dopo il Papa Innocenzo IV autorizzò l’uso della torture per estorcere agli accusati la confessione d’aver professato teorie eretiche e l’autorità del tribunale fu estesa al contrasto non solo delle eresie ma anche di chi praticava la stregoneria.

Nel corso dei secoli, Inquisizione divenne sinonimo di violenza, arbitrarietà e uccisioni indiscriminate: chi ha fatto un rapido giro nel Museo della Tortura di San Gimignano, avrà visto con i propri occhi quale livello di crudeltà e di perversione raggiunsero i tribunali dell’Inquisizione. I processi spesso si fondavano su accuse non provate e spesso l’accusatore era il giudice stesso, colui che dopo avere “inquisito” la vita dell’eretico, aveva trovato prove del peccato. Se il processato era restio ad ammettere le proprie colpe, l’inquisitore adoperava la tortura per farlo confessare: molteplici erano gli strumenti adoperati, tutti ugualmente adatti a provocare atroci sofferenze nella vittima. Se l’accusato non era mai stato processato, poteva sperare di salvarsi tramite l’abiura, ovvero rinnegando le proprie idee o credenze religiose, ma se egli aveva già subito un processo, alla fine del medesimo lo aspettava comunque una condanna a morte. Ironia della sorte, invece che bruciato vivo sul rogo, l’eretico veniva strangolato e poi bruciato morto, per evitargli ulteriori sofferenze.

Teorie storiche recenti hanno messo in discussione questa rappresentazione dell’Inquisizione come una branca deviata della Chiesa, ma al di là di quelle che possono essere le statistiche sul numero dei morti o sull’uso o meno indiscriminato della tortura, resta il fatto che l’Inquisizione come istituzione in se stessa rimane una pagina nerissima nella storia della Chiesa, un apparato che rinnega i principi scritti nel Vangelo e che spesso ha perseguito non tanto la difesa della fede, quanto principi molto più materialistici e poco spirituali, come la difesa della gerarchia ecclesiastica contro movimenti destabilizzanti come quello cataro o il mezzo per i regnanti spagnoli per eliminare in maniera “legale” dalla Spagna la comunità ebraica o personaggi sgraditi alla Corona.

L’Inquisizione evoca pratiche barbare come l’autodafè, processi sommari come quello a Giordano Bruno o Galileo Galilei, un libro come il Malleus Maleficarum, che descrive con sadica puntigliosità come torturare le donne accusate di stregoneria, tutti elementi che stridono con il messaggio originale di cui la Chiesa doveva farsi portatrice. D’altro canto, al momento in cui nacque il tribunale, l’istituzione fondata da Pietro aveva acquisito il potere temporale oltre a quello spirituale, i papi erano non solo messaggeri di Dio, ma anche personaggi capaci di influenzare regnanti, muovere guerre e accumulare enormi ricchezze con l’uso indiscriminato delle indulgenze, che degenerarono in una vera e propria forma di commercio che permetteva alla chiesa di ottenere denaro per i propri bisogni.

Solo in tempi recenti, la Chiesa ha fatto “abiura” (per usare un termine tanto caro agli inquisitori) di quel periodo storico così buio, rinnegandolo e chiedendo perdono per le sofferenze provocate a coloro che finirono sotto il giogo dell’Inquisizione. Se altre istituzioni ecclesiastiche furono create con nobili scopi, l’Inquisizione invece fin dalla sua nascita era un organismo anomalo che tradiva la missione stessa del cattolicesimo: ci sono voluto secoli e secoli di sangue, morti e torture perché alla fine la Chiesa stessa si rendesse conto dell’errore commesso.

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