19 novembre 2013: la Sardegna si risveglia in maniera insolita e poco piacevole con la notizia dei morti causati dall’alluvione scatenatasi nel corso delle 24 ore precedenti.
22 novembre 2013: proclamato il lutto nazionale ma la pioggia continua a scendere copiosa con la speranza che non porti ulteriori danni.
Olbia ed i paesi limitrofi, la provincia di Nuoro e l’oristanese, Uras e Terralba in particolare, le zone più colpite ma anche alcuni paesi del Medio Campidano come Villacidro, San Gavino Monreale, Pabillonis non se la sono vista bene, per non parlare poi dei campi coltivati a carciofi di Villasor completamente allagati.
Il ciclone Cleopatra è arrivato con tutta la sua forza seminando vittime per tutta la Sardegna ed i sedici morti hanno già ricevuto sepoltura nei loro paesi di provenienza.
Si ricordano Bruno Fiore, 68 anni, Sebastiana Brundu, 61, Maria Loriga, 54, Francesco Mazzoccu, 35 anni e il figlio Enrico di 3 anni, Patrizia Corona, 42 anni e la figlia Morgana Giagoni di 2 anni, Anna Ragnedda, 83, Maria Massa, 88, Isael Passoni e la moglie Cleide, entrambi di 42 anni e i due figli, Weriston di 20 e Laine Kellen di 16, Luca Tanzi, 40, Giuseppina Frau, 87, Vannina Figus, 64 anni.
Proseguono inoltre le ricerche di Giovanni Farre, 61 anni di Onanì, trascinato via dalla corrente mentre stava custodendo il bestiame.
Da tutta Italia giungono soccorsi per i paesi alluvionati, da ogni parte della Sardegna sono partite raccolte di beni di prima necessità e dopo alcuni giorni trascorsi fuori casa ora gli sfollati tornano finalmente nelle loro abitazioni, nonostante il lavoro da fare non sia certo terminato.
Numerose famiglie hanno perso tutto, hanno dovuto buttare tutto ciò che è stato travolto dalle acque, mobili, elettrodomestici, abiti, cibo e tanto altro.
Ma come sempre accade non mancano le polemiche per questa triste vicenda. Innanzitutto ci si è domandati se la tragedia non potesse essere evitata. Ed in effetti colpisce il fatto che da giorni si parlasse di allerta meteo ma che in realtà nessuno se ne sia realmente preoccupato.
Un sindaco di un comune sardo avrebbe dichiarato di aver ricevuto un fax che l’avvisava dell’imminente alluvione solamente la domenica, quando il Comune era però chiuso. Si tratta forse di una scusa valida oggi che tutti navighiamo su Internet e che tramite i portali di notizie od i social network veniamo a conoscenza di molte più notizie di quanto non capitasse tempo fa?
L’81% del territorio sardo è a rischio idrogeologico e non sorprende quindi pensare che ogni volta che arrivi pioggia con una maggiore intensità vi siano allagamenti.
Ma è possibile che in particolare ad Olbia l’acqua sia salita all’interno delle case di quasi due metri?
Secondo voci girate principalmente tramite il web pare che in concomitanza più o meno con l’arrivo della pioggia poco fuori Olbia sia stata aperta una diga che avrebbe dato una spinta maggiore alla già grande quantità di acqua riversatasi dal cielo. Se così fosse la situazione sarebbe più grave ancora.
In tanti potrebbero affermare che fare polemiche non serve a niente ed avrebbero ragione ma ciò che va fatto è prevenire tutto questo. Perché ogni volta dobbiamo assistere a tragedie prevedibili?
È forse una sorpresa che la superficie italiana sia ad elevata criticità idrogeologica e che per il 58 per cento sia soggetta a fenomeni di frane e per il 42 per cento a rischio alluvione?
Probabilmente queste parole non serviranno a nulla ma speriamo che qualcuno rifletta realmente su questo fatto e su tanti altri che speriamo non si manifestino più.
Written by Rebecca Mais
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