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La scabbia: infestazione della cute

Creato il 28 giugno 2015 da Antonioriccipv @antonioricci

La scabbia: infestazione della cute

La scabbia non è un’infezione bensì un’infestazione dovuta a un piccolo artropode, il Sarcopter scabiei o acaro della scabbia, che infesta sia gli esseri umani sia gli animali.

Se entra in contatto con la pelle, la femmina dell’acaro vi penetra, scavando vere e proprie gallerie (cunicoli scabbiosi) nelle quali deposita le sue uova, estendendo in questo modo l’infezione. Una volta depositate le uova, la femmina dell’acaro non si muove più, rifugiandosi in un cunicolo dove può vivere fino a due mesi.

La scabbia: infestazione della cute

I sintomi compaiono diversi giorni dopo l’infestazione in quanto risultato dell’azione delle difese immunitarie. Il prurito è il sintomo più comune e fastidioso e può essere accompagnato dalla formazione di vesciche, corrispondenti alle zone dove vengono deposte le uova, che possono diventare dolorose per la reazione di difesa del sistema immunitario alla presenza di corpi estranei.

La scabbia può svilupparsi ovunque sulla pelle. Gli acari, tuttavia, preferiscono annidarsi in alcune parti del corpo. I luoghi più facilmente infestati sono mani e braccia.

Gli acari amano scavare nella pelle tra le dita e intorno alle unghie, i gomiti e i polsi. Prediligono anche le zone di solito coperte: glutei, vita e genitali.

Alcuni bambini sviluppano la scabbia praticamente in tutto il corpo, comprese le piante dei piedi e il cuoio capelluto. I bambini che hanno la scabbia sono molto irritabili e spesso non vogliono mangiare o dormire, perché il prurito diventa insopportabile soprattutto di notte, tenendoli svegli.

Il contagio avviene soprattutto per contatto diretto tra le persone e, per questo, la scabbia è considerata una malattia sessualmente trasmissibile.

Il contagio per via aerea o per via indiretta, ad esempio entrando in contatto con indumenti infestati, è meno probabile perché l’acaro non vive più di un paio di giorni a contatto con l’aria.

La scabbia è considerata una malattia dovuta alla scarsa igiene, cosa vera solo in parte perché essendo contagiosa per contatto può manifestarsi anche in ambienti igienicamente ben tenuti. Sono gli ambienti promiscui che favoriscono la diffusione da persona a persona e lo scoppio di epidemie.

Il rischio maggiore è legato al contatto diretto tra una persona sana e una infestata. Il modo più comune di contagio avviene con i rapporti sessuali anche perché le zone genitali sono le preferite dagli acari. Meno probabile il contagio per via indiretta, anche se non sono da escludere casi di trasmissione dopo aver maneggiato indumenti personali di soggetti malati.

Dal punto di vista medico, la scabbia viene trattata come le malattie infettive, con misure di igiene e profilassi che coinvolgono tutti i familiari e le persone a stretto contatto.

Sotto il profilo igienico, si raccomanda di lavare molto spesso indumenti e biancheria di casa utilizzati dalla persona infestata, tenendoli separati da quelli utilizzati per il resto del nucleo familiare. Bisogna inoltre porre molta attenzione all’igiene personale, facendo doccia o bagno tutti i giorni e lavandosi spesso le mani.

Il trattamento della scabbia è di tipo farmacologico, basato su creme e pomate antiparassitarie specifiche, soprattutto a base di benzile benzoato o permetrina.

Bastano, di solito, un paio di trattamenti per debellare la scabbia, ma vanno seguite delle regole importanti:

la crema deve essere passata su tutto il corpo, a eccezione della testa, non solo nella zona dove compaiono i sintomi;

prima della somministrazione, il corpo deve essere ben lavato e asciutto e a temperatura corporea normale. Umidità e calore, infatti, rendono meno efficace il trattamento.



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