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La scala a chiocciola

Creato il 06 agosto 2014 da Eva Gatti @avadesordre

ScalaachiocciolalocThe spiral staircase
USA 1945 RKO
con Dorothy McGuire, George Brent, Ethel barrymore, Kent Smith, Rhonda Fleming, Elsa Lanchester
regia di Robert Siodmak

Agli inizi del Novecento in un paesino americano, mentre il cinema muove i primi passi, un killer prende di mira donne con difetti fisici e a casa Warren si teme per la sorte di Elena, cameriera rimasta muta in seguito a un trauma psicologico. Nel corso della giornata però la villa si svuota dei suoi abitanti e Elena dovrà affrontare da sola l'assassino e i propri traumi..

Il più famoso dei film di Siodmak, fondamentale come trait d'union tra il film gotico classico e il thriller/noir dei secondi anni'40 di cui l'anno dopo il regista avrebbe firmato il capolavoro Lo Specchio Scuro.
Dell'horror classico ci sono tutti i topos, la notte buia e tempestosa, la villa tenebrosa (per inciso faceva parte del set de L'orgoglio degli Amberson, secondo disastrato film di Orson Welles). Su questa base il tedesco Siodmak innesta le ombre del cinema espressionista con mirabolanti chiaroscuri che culminano nella scena della morte di Bianca in cantina: un'ombra nera avvolge la parte centrale dello schermo e restano solo illuminate le mani della donna, spalancate negli spasmi dell'agonia.

Scalaachiocciolablanche

Dal thriller/noir La scala a chiocciola mutua i risvolti psicologici molto in voga negli anni'40: l'handicap di Elena deriva da un trauma infantile, la scala del titolo conduce dalla cantina sede dell'inconscio (le bottiglie della signora Oates fino all'omicidio di Bianca) alla salvezza del piano nobile dove giace Mrs. Warren e sarà muovendosi sulla scala che Elena riuscirà a sbloccare il proprio handicap.
Il film è del 1945, il regista è un espatriato tedesco: gli omicidi seriali di donne menomate sono un riferimento per nulla velato al nazismo e alla sua smania di eliminare i più deboli.
Scalaachiocciolaocchio Nel 1945 però il cinema compie anche mezzo secolo e Siodmak sembra voler rievocarne gli esordi non solo con lo spezzone del film muto sulla cui proiezione si apre il film, ma anche con l'enfasi a cui è costretta la protagonista muta per esprimersi, quando deve far riprendere la signora Warren o risvegliare la governante ubriaca o anche quando immagina il suo matrimonio con il dottore.
Con questa celebrazione Siodmak sembra voler sottolineare l'importanza della vista sugli altri sensi: Elena si salva scorgendo il piede dell'assassino celato nell'ombra, la vecchia signora Warren finge spesso di dormire salvo poi lanciare occhiate penetranti e poi c'è la peculiarità più famosa della pellicola: il dettaglio dell'occhio dell'assassino inquadrato prima di compiere l'omicidio, occhio in cui si riflette la vittima, un'anticipazione dell'analisi voyeristica dello spettatore che trova il suo acme in Peeping Tom.
La copia che gira in televisione vanta ancora il doppiaggio originale, per questo chiamo la protagonista con il nome italianizzato e si segnala tra i doppiatori la presenza della voce inconfondibile di Alberto Sordi nel ruolo del minore dei Warren l'indolente playboy Stefano.


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