L’undici maggio del 2011 il Consiglio d’Europa, a Istanbul, ha approvato una Convenzione sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica.
Ad oggi, come si vede qui, l’iItalia non ha ancora firmato, né ratificato la Convenzione stessa.
La Ministra (Sì, usiamoli questi femminili!) Fornero ha detto che si sarebbe impegnata affinché la firma di questa Convenzione avvenisse nella giornata di lunedì prossimo, il 24 settembre, in concomitanza con un’importante discussione, presso le Nazioni Unite, sul tema in oggetto.
In Parlamento erano state proposte svariate mozioni sulla Convenzione di Instanbul, e ieri pomeriggio il Senato della Repubblica doveva discuterne.
L’argomento è importante. Non si tratta solo di ratificare una Convenzione internazionale, approvata più di un anno fa, ma anche di un tema che in Italia è assolutamente d’attualità, un tema di rilievo che nel nostro paese, più che in molti altri, dovrebbe essere posto in primissimo piano.
Come infatti sappiamo, la violenza contro le donne in Italia raggiunge picchi altissimi, le vittime della violenza di genere nel 2012 sono già più di 100 ed è un fenomeno in ascesa.
La violenza contro le donne è un tema che riguarda l’intero Paese, non solo le donne. E’ un problema sociale con costi altissimi per tutti. Contrastare la violenza di genere è segno di civiltà, progresso, rispetto ed equità. Il nostro Paese non può permettersi di trascurare il problema, si tratta di assicurare i diritti civili, di assicurare la parità tra tutti i cittadini.
Ieri pomeriggio, dunque, il Senato doveva riunirsi, discutere le mozioni ed approvarle (di fatto, poi, è stata approvata, con grande soddisfazione della Ministra Fornero, una mozione unica che rispecchia le diverse anime delle mozioni presentate dai vari partiti).
Essendo un tema cruciale per i cittadini, un tema di progresso e di civiltà, ci si sarebbe aspettati una seduta seria, gravida di partecipazione e di senso della responsabilità.
Poteva essere un’occasione per i nostri rappresentanti di mostrarsi seriamente interessati ed impegnati contro la violenza alle donne.
Invece è stata l’ennesima brutta figura per le nostre Istituzioni che troppo spesso, in materia di parità di genere, si dimostrano a dir poco insensibili.
Infatti il Presidente di turno del Senato, Domenico Nania, era in ritardo.
Per ovviare alla situazione, è salita al banco della presidenza Rosi Mauro, la vicepresidentessa.
Una donna…. Più sensibile al tema? Più impegnata in materia?
Macché… Ad un certo punto la senatrice ha sospeso la seduta perché aveva un impegno improrogabile, chiudendo, di fatto, il Senato per una mezz’ora (prima volta nella storia della Repubblica), prima che arrivasse Schifani a riaprire i lavori.
Ora io mi chiedo: cosa c’è di più improrogabile di una discussione in tema di diritti civili? Di contrasto alla violenza di genere?
Cos’era più importante dell’impegno delle istituzioni italiane per ratificare una Convenzione di rilievo Europeo in una materia così importante?
Cos’è più urgente per i rappresentati dei cittadini, del rispetto e della tutela dei cittadini stessi?
Perché si hanno continue conferme del fatto che nel nostro paese la violenza contro le donne sia considerata un problema minore?
Perché i nostri rappresentanti mostrano di non rendersi conto che le donne sono il 50% degli Italiani e degli elettori?
Questi sono i messaggi che il vergognoso episodio di ieri ha trasmesso agli elettori e alle elettrici Italiane.
Ricordiamocene in occasione delle prossime elezioni.
Non deve mai più accadere che la violenza contro le donne venga relegata ad un problema di “serie B”, talmente poco importante da lasciare che venga chiuso il Senato, perché non si trova nessuno che lo presieda durante una discussione in materia di parità di genere.