Quel genio di Cenerentola la scarpetta l’ha persa scappando…ma a cena con il Principe lei la “scarpetta” l’avrebbe fatta senza pensarci su un attimo (soprattutto se a cucinare ci fosse stata mia mamma). Dopotutto, la cara Cenerella era pur sempre una cameriera e a queste etichette “bon ton” suggerite dal galateo, prima del matrimonio, non ci ha mai prestato troppa attenzione. Il librone delle buone maniere (che vi ricordo essere stato scritto nel 1500, quindi possiamo anche metterlo un attimo in discussione), infatti, vieta la pratica della “pucciatina” del pane in sughi ed intingoli, anzi, peggio ancora, la supporta solo se fatta in occasioni informali e rigorosamente con la forchetta! Pazzi! Il bello di “fare la scarpetta” è farla con le mani e, nel caso in cui il sugo finisca su un dito…ciucciarsi elegantemente anche quello! Già, forse alle principessa questa pratica non si addice, ma alle golose-goderecce-genuine sì. Quindi…buona scarpetta a tutti nei sughi del Moretti…
Foto di Andrea Moretti
“Fare la scarpetta è una simpatica espressione che trova la propria origine nei dialetti dell’Italia meridionale. In realtà esistono due origini possibili: una è una sorta di metafora e paragona la scarpa che si indossa al pane che passa nel piatto. Come la scarpa striscia per terra e raccoglie ciò che trova, allo stesso modo si fa con il boccone di pane che raccoglie il sugo.
La seconda invece si rifà alla parola “scarsetta”, ovvero povertà, che obbliga le persone ad accontentarsi di ciò che c’è, di solito molto poco, e guardare nel piatto degli altri per godere anche dei loro miseri avanzi. Altri invece ne danno una spiegazione legata alla visualizzazione del pezzo di pane morbido che spinto con il dito per raccogliere il sugo somiglia a una scarpa con la gamba che esce fuori.” Che originali!
Galateo o no, certe pietanze sono appositamente fatte per fare la scarpetta. Non ce n’è! Voi la fate?!?