I finali di Wagner sono sconvolgenti perché finiscono per sciogliere in un lirismo disarmante, tutta la tensione di un intreccio che è durato per ore. Non amo il termine “sublime”, ma per quello che si prova ascoltando questa musica, non credo ci possa essere aggettivo più adeguato.
Una regia intelligente, non fine a se stessa, certo, aiuta a comprendere i nodi segreti di questa musica che sicuramente, tra le altre cose, oltre che anticipare il novecento, intuisce la psicologia di Freud.
Qui propongo il finale del “Crepuscolo degli dei” in tre regie diversissime, unitamente all’interpretazione sempre affascinante e potente di Jessye Normann.