La scelta di Roberta
Giovedì 12 Dicembre - 13:20 Federica Ferretti È passato poco tempo dalla nascita della rubrica Le eccellenze quale una sorta di esperimento - generatore di inchieste.Sognatrice da sempre, inseguivo l’ennesima chimera: raccontare “la realtà circostante con occhi ad ogni volta nuovi, aperti ad ogni volta ad indagare su un punto di osservazione diverso; una prospettiva che avrà la volontà di spostare l’angolazione, la nostra così come la vostra, per cogliere un altro spunto di vita, e di pensiero. Cogliere un’idea, costruire un’ immagine che può essere diversa rispetto a quanto già detto, sentito, esaminato”.Ma in circa tre mesi, sono stati tanti coloro che ci hanno creduto, e raccolto il mio appello.Ciò vuol dire che molti grandi nomi si sono già messi a nudo per ilcorrieredabruzzo.it in percorsi che talvolta, al lettore più superficiale, avrebbero potuto apparire disgiunti.
Perfino paralleli, condannati così a non incontrarsi mai.
In cui ci insegna a trasformarci in noi stesse, sempre e comunque.
In cui narra, cioè, della sua scelta, difficile eppure feconda, attraverso cui ha potuto realizzare il suo desiderio di imporsi come autrice, oltre che interprete del suo album ora in edizione natalizia: Stato Di Grazia.
F.F. Ciao Roberta, benvenuta! Partiamo dai tuoi esordi, poiché hai una carriera molto, molto lunga alle spalle, e ti chiamavano Mata…
Mi diplomo al Centro Europeo di Toscolano (C.E.T.) di Mogol, formandomi però a 360 gradi: sono al contempo cantautrice e attrice, cantante live e tv , corista per numerosi artisti italiani, tra cui Paola Turci nell'album Mi basta il paradiso e Ornella Vanoni nell'album E poi... la tua bocca da baciare; ho cantato pure per Celentano…
F.F. Sei nata come cantautrice - visionaria, nel senso che sei stata in grado di precorrere i tempi , con un album molto Rock, mai uscito, che avrebbe dovuto essere distribuito dall’allora Etichetta CGD, vero?
Sì, si è trattato di un’esperienza forse troppo moderna rispetto ai tempi: ho pubblicato il primo singolo da solista nel 2001, Rido, scritto da me e Angela Baraldi e prodotto da Mario Lavezzi. Andava però di moda un’altra musica, cantanti più melodici, per cui quel progetto mi è rimasto nel cassetto, ma solo momentaneamente...
F.F. Arriva l’occasione di Rent…
Verissimo, si parla di un famoso musical di Broadway in versione italiana, al quale partecipano anche Michel Altieri nel ruolo di Collins e Matteo Setti in quello di Roger, anche se ciò che è accaduto nella mia vita è stato sempre casuale, non ho mai cercato da me le occasioni. Lottavo per intraprendere un percorso e invece sbucava l’improvvisa alternativa. Dal '99 al 2001 interpreto a teatro il personaggio di Joanne nella versione italiana di Rent. Il mio ruolo però mi rappresentava in pieno, era trasgressivo, moderno come lo volevo io, sono state due stagioni molto intense. La mia propensione alla teatralità veniva finalmente ripagata, il ruolo mi restava congeniale, mentre la discografia restava il mio grande amore.
F.F. Perché, in realtà, non hai mai smesso di scrivere…
Già, anche se nel frattempo, accettavo ruoli molto importanti, come ad esempio quello in Pinocchio dei Pooh, persone speciali, che ricordo sempre con grande affetto, fino a che non è arrivata l’occasione offerta dal posto vacante lasciato dalla Mezzanotte…
F.F. Siamo nel 2004, tu sei stata scelta immediatamente dai Matia Bazar, gruppo storico della nostra musica italiana: grande responsabilità e…?
Sì, enorme, che ha dato i suoi frutti: il debutto a Sanremo che sognano sin da bambina, è avvenuto nel 2005, con un brano di grande impatto dal titolo Grido d'amore, e sono seguiti ben tre dischi, ma è stata pure un ’esperienza che mi ha coinvolta in una progettualità che, come ripeto, non era del tutto mia e mi stava stretta.
F.F. Raccontaci della tua scelta...
Una scelta che mi ha visto lottare per il mio obiettivo, esprimermi non all’interno di un mondo che non corrispondeva al mio, anche e soprattutto in termini di divisione ritmica e scelta di un nuovo repertorio, pur rispettando l’enorme bagaglio emozionale che sono riuscita a costruirmi in quel frangente, ma per quello che io sentivo di esprimere e rappresentare.
Già…hai ragione, è accaduto di nuovo che il destino scegliesse per me. Ho così incrociato il percorso di Nando Sepe, il produttore di Anna Oxa, mia martini, Loredana Bertè, Patty Pravo. Ha ascoltato le mie canzoni e mi ha prodotto questo album: Stato di grazia.
F.F. Lo stai rieditando, o sbaglio?
No, assolutamente, si tratta di 13 brani ed uno nuovo in riedizione natalizia, in cui io sono finalmente me stessa, sono io che canto e mi interpreto e scrivo musica e testi. Uscito l’anno scorso, adesso lo abbiamo riproposto in un cofanetto. Inoltre è anche uscito un CD+DVD dal titolo Un po’ Matt(I)a, un po’ no. Io stessa rielaboro dei brani storici della band e ne aggiungo degli altri riarrangiati insieme alla amia Mata band.
F.F. L’esperienza di Giuletta e Romeo: quanto ti discosti dalla precedente Regina di cuori, che pur ti assomigliava di nuovo tanto?
Ho lavorato benissimo con Christian Ginepro sul canovaccio riadattato della favola di Caroll. Ma le ho dato una connotazione molto ironica, a quella Regina, abbiamo cioè cercato di far emergere la freschezza tipica delle idee del regista che però aveva costruito su di me sul mio temperamento il personaggio. Molto aggressiva, raggiungeva tratti caricaturali, quasi fumettistici, anche nell’aspetto. Mi sono volutamente imbruttita, con un divertimento infinito, perché in qualche modo, si realizzava anche il sogno di interpretare un personaggio a tratti anche un po’ maschile. La regina, arriva infatti a suonare la batteria! Un personaggio che però , nelle sue mille sfaccettature, mi ha portato molta fortuna. Ora è la volta di lady Montecchi, dalle caratteristiche completamente diverse. Stavolta lavoro con Giuliano Peparini, e devo trasformarmi in una nobildonna che quindi non può palesare le sue emozioni, ma le vive implodendole. Pur essendo molto innamorata di suo figlio Romeo, per cui farebbe di tutto, non può mostrarsi se non calibrando le sue emozioni così conflittuali, quali l’odio e l’amore di una maternità che va resa con un lavoro molto interiore.
Deve cioè dimostrarsi sempre equilibrata. E non è facile,” bisogna tenere in pancia”
F.F. Le caratteristiche della tua rinascita?
Faccio sia testi che musica e prepoduzione dei miei progetti. La libertà creativa è finalmente arrivata.
Federica Ferretti
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