
In serata, D'Alema, intervistato su La7 da Lilli Gruber, ha dichiarato la sua rinuncia alla candidatura per il prossimo Parlamento, ponendo però la condizione che le primarie del Pd le vinca Bersani. Messo alle strette prima da Veltroni e poi dallo stesso Bersani, a D'Alema non è rimasto che annunciare l'unica decisione che poteva evitare, a) a lui direttamente, una pessima figura (chiedere la deroga alla direzione nazionale per poter essere ricandidato) e, b) il pericolo che, con lui stesso (D'Alema) in campo, Renzi avrebbe potuto godere di un indubbio vantaggio nella lotta interna con Bersani. Perché alla fin fine, Bersani potrà avergli dato anche il benservito (pur con tutti i giri di parole), ma il vero uomo da battere rimane, per D'Alema, Matteo Renzi.






