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La scelta piu’ difficile

Creato il 18 febbraio 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

Mandorlini 118 febbraio 2013 - Siamo forse giunti al punto al quale nessuno di noi sarebbe mai voluto arrivare ovvero scegliere se proseguire o meno con Mandorlini. Dopo l’opaca prova di Novara culminata nella seconda sconfitta consecutiva diventa necessario fare l’ultima riflessione sulla sola carta rimasta in mano alla società ovvero cambiare la guida tecnica piuttosto che decidere di andare fino in fondo con il tecnico di Ravenna. La prestazione in terra piemontese è stata incolore e poco convincente.  Spiace dirlo ma questa volta la formazione gialloblù è apparsa decisamente in crisi. I primi segnali di allarme, giunti con la trasferta di Reggio Calabria e con il secondo tempo contro il Vicenza – match che ha visto cadere l’imbattibilità del Bentegodi che resisteva dall’ottobre 2011 – sono stati purtroppo confermati dalla partita di Novara. Indubbiamente l’espulsione di Bacinovic – giustamente comminata dal direttore di gara per un’imperdonabile gomitata gratuita all’indirizzo di Seferovic – non ha certo facilitato la gestione della gara. E’ tuttavia altrettanto vero che le scelte iniziali di Mandorlini – Moras a destra con Cacciatore “dirottato” a sinistra – hanno destato più di una perplessità. I cambi forse tardivi – in particolare quello di Ferrari  entrato in campo all’86° – hanno poi completato l’opera. La squadra di Aglietti ha abilmente controllato il pressing alto del Verona, affidandosi alle veloci ripartenze di Lepiller e Gonzalez, e con Pesce ha punito i gialloblù al termine di un veloce contropiede originato da una palla persa a centrocampo da Sgrigna. Tuttavia il vero problema è che l’Hellas è apparso incapace di reagire, sterile in attacco – nemmeno un tiro in porta nel secondo tempo – con poco gioco e poche idee. E forse deve dire grazie anche a Raphael che ha tenuto in piedi il risultato con almeno tre parate determinanti.

Questa squadra sembra aver perso la sua identità fatta di personalità, aggressività, voglia di lottare alla quale ci aveva ben abituato lo scorso campionato. Ma la colpa è solo di Mandorlini? Oppure dei giocatori visto che sono loro ad andare in campo? Purtroppo però, come spesso accade, già dopo l’incontro circolavano le voci di un possibile esonero. Premesso che nel maggior parte dei casi il cambio di allenatore si dimostra improduttivo,  il nodo da sciogliere sarebbe in ogni caso legato al potenziale sostituto. Alcuni addetti ai lavori parlano di un contatto con Devis Mangia, attuale tecnico dell’Under 21 ma a pochi mesi dall’Europeo di categoria trovo difficile che la Federazione si possa privare del tecnico milanese. Altre voci, devo dire poco fondate, parlano di “disoccupati di lusso” come Edy Reja o Walter Novellino.  Di certo siamo davanti veramente alla scelta più difficile dove diventa importante a mio avviso decidere in fretta se andare avanti o meno con Mandorlini. E qui entra prepotentemente in gioco la società che deve far capire con fermezza se ripone ancora o meno fiducia incondizionata nel tecnico ravennate.  Altrimenti meglio cambiare…

Garonzi
Andando a sfogliare l’album dei ricordi dell’ultracentenaria storia della squadra gialloblù scoviamo un aneddoto particolarmente curioso. Nella stagione 1974-75, disputata in Serie B a causa della retrocessione decisa a tavolino dalla CAF per la famosa telefonata di Garonzi all’ex gialloblù Clerici, il Verona, partito con i favori del pronostico in virtù di un organico di categoria superiore,  attraversò un periodo di forte crisi di gioco e di risultati. E proprio nel febbraio del 1975 al ritorno dalla trasferta di Novara – gialloblù sconfitti per 2-0 dalla doppietta di un certo Rolfo – l’indimenticato presidente Saverio Garonzi, rivolgendosi al fidato segretario Giancarlo Fiumi – chiamato simpaticamente “sdinsa” – disse testualmente “doman matina el convoca Cadè in sede, devo dirghe che non l’è più l’allenator del Verona”. Per la cronaca quel campionato si concluse con la promozione in Serie A dopo la vittoria contro il Catanzaro – rete del grande “pantofola” Mazzanti – sul campo neutro di Terni. Ma questa è tutta un’altra storia….

Enrico Brigi


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