Magazine Cinema

La scena immateriale – Vari (Angela Ferraro, Gabriele Montagano)

Creato il 25 ottobre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

25 ottobre 2012 Lascia un commento

La scena immateriale
Talvolta mi piace leggere testi del passato che trattano problematiche gia’ risolti da tempo e storia. Dipendera’ che alla stregua di una retta passante per due punti, passato e presente, pilotano un vettore dal quale ottenere indicazioni su direzione e velocita’ per meglio comprendere il futuro. 
In certo casi poi e’ divertente tornare con la memoria in anni di patemi e dubbi, confrontarsi con quanto si pensava a quel tempo e riuscire a distinguere il falso profeta o altrimenti detto "emerito imbecille", dall’illuminato che ha saputo comprendere l’evolversi della storia e delle genti che la vivono.
Un testo del 2000 che raccoglie scritti e articoli sull’impatto delle nuove tecnologie, e’ particolarmente interessante perche’ quelli furono anni nei quali le carte di un gioco ancora da comprendere appieno erano gia’ sul tavolo e i veggenti dei media si sprecavano, riducendo talvolta un’analisi necessariamente antropologica a sfida calcistica da bar.
Saranno passati una dozzina d’anni ma sono stati anni pesanti e se nel decennio precedente ha visto il PC trasformarsi da strumento di lavoro al limite dell’esoterico a strumento di massa, internet ha condotto finanche l’ultimo degli utilizzatori, in un mondo totalmente nuovo e ancora per la gran parte sconosciuto. 
Basta la prefazione per proiettare in pieno Zeitgeist da nuovo millennio, riprendendo il curioso e illusorio trend dell’epoca che cyberspazio, termine grazie a Dio in disuso, fosse un luogo eccitante e pericoloso popolato da strana gente come visto in "Johnny Mnemonic" o nel nostro ridicolo "Nirvana".
Conferenzieri altrimenti disoccupati, davano a bere che la lotta per l’informazione sarebbe stata vitale e decisiva e del resto il cretino che ancora oggi prevede la fine della liberta’ in internet e’ a sempre a piede libero malgrado sia provato che chiunque possa esprimere, scrivere, inventare e creare ogni forma d’arte immaginabile, riducendosi invece a condividere su Facebook l’ennesima foto di cagnini, gattini e inveita contro il politico di turno.
Sembrano secoli invece in pochi anni il cyberspazio e’ stato dimenticato, o meglio profondamente trasformato nei bisogni e nelle necessita’ dal momento in cui non interessa piu’ a nessuno entrare in un mondo virtuale quando semmai si vuole che il mondo virtuale entri in quello reale e la realta’ aumenta piuttosto che tante
"app" in stile "Google Goggles" danno torto ai mondi artificiali tanto cari alla fantascienza e oggi neppure piu’ a quella dopo il giro di boa di "Matrix".
Tolto quindi qualche capitolo di un autore piu’ lungimirante degli altri, l’errore d’impostazione che sovrasta sugli altri e’ di aver scelto materiale non sempre presente al tema centrale, testi sovente eterei, astrattismi dialettici e vuoto teorico che anche senza "senno del poi", portano con se’ banale e vacuo parlare, irritante nel tempo perso causato dal leggere.
Blabla il piu’ delle volte inutile, talvolta fastidioso altre ridicolo per arrivare al nome di grido, udite udite, Umberto Eco che con un saggio che nulla ha a che fare con "la scena immateriale" se non un pretestuoso per quanto interessante dialogo sulla semantica con un calcolatore alieno, dovrebbe impreziosire il libro quando invece sottolinea la confusione dei redattori.
Testo da buttare quindi? No e le ragioni le ho premesse: se sappiamo capire gli errori concettuali del passato, forse sapremo intuire le potenzialita’ del futuro, educazione al medium, buonsenso e intelligenza anche se queste ultime non possono essere insegnate.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :