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Ricordo, in modo ancora vivo e concreto, del rito della preparazione e della cottura delle schiacciate che, di quando ero piccolo.
La schiacciata di Pasqua è tipica della tradizione gastronomica pasquale della Toscana, ed è un dolce povero della cucina contadina e della provincia di Pisa. La schiacciata di Pasqua nasce nella seconda metà dell'Ottocento dall'idea delle famiglie contadine, per usare la gran quantità di uova del periodo pasquale per fare un dolce, che servisse a festeggiare la Pasqua.
Ricordo che con l'approssimarsi della Pasqua le uova venivano un po' razionate. E non era difficile accorgersene, per me che da piccolo credo di essere stato cresciuto a uova.
La mia mamma me ne faceva mangiare tantissime. Frullate nello zabaione a colazione, appena alzato. Frittate di ogni tipo, nel panino per la merenda a scuola. Al tegamino a pranzo. Ma soprattutto le coppe maritate per la merenda del pomeriggio.
Come si avvicinava la Pasqua, le decine di galline della mia mamma e delle mie tre zie, erano chiamate a fare l'impossibile.
In quei giorni venivano requisite tutte le pentole di casa, che la mia mamma portava nella casa della mia zia Luciana, e messe a disposizione. Nella madia veniva preparato il lievito, e a turno, le mie zie preparavano, tutte insieme, un'informata di più di trenta schiacciate. Di tante dimensioni diverse, quante erano le pentole.
Le preparavano alla sera, facendo l'impasto con uova, farina, zucchero e semi d'anice.
Facevano fare una prima lievitazione, e poi riempivano le pentole. Le coprivano con delle stoffe, e le tenevano a lievitare tutta la notte.
All'alba accendevano il fuoco dentro il forno, con le fascine di tralci di vite. Quando il forno era caldo, lo stemperavano con dell'erba verde. E quando il forno era pronto, toglievano la brace e mettevano dentro le pentole, chiudevano il forno e si aspettava. Per l'ora di pranzo si sfornava.
Ricordo la tensione della mia mamma e delle mie zie. Per quel rito, dove si mischiava sapienza e preoccupazione.
A Ponte a Egola, da un po' di anni, gli amici de La Ruga, hanno riscoperto, e stanno promuovendo, questa antica tradizione.
Fanno anche un concorso, dove le "massaie", giovani e meno giovani, si cimentano nella creazione della schiacciata più buona.
Ogni tanto mi è capitato di assaporare qualcosa che assomigliava alle schiacciate della mia infanzia.
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