C'era tanti anni fa un assessore alla mobilità e ai trasporti che, per le sue scelte assurde, venne soprannominato su questo blog "sciagura". Trovate molte documentazioni riguardo a quell'individuo se risalite indietro ai post del 2008 o del 2009. Si trattava di Sergio Marchi, primo assessore ai trasporti della famigerata Giunta Alemanno. Marchi non venne poi mai coinvolto in inchieste imbarazzanti e di questo bisogna dargli atto, ma riuscì a segnare a dovere la mobilità della capitale facendo, semplicemente, l'inverso di quello che si fa in tutte le città del mondo: favorì il trasporto privato a discapito di quello pubblico. Marchi smantellò le corsie preferenziali, aprì le Ztl, diede via libera alle "macchinette" che il Prefetto Morcone (reggente tra Veltroni e Alemanno) aveva giustamente messo fuori dalla zona a traffico limitato e smantellò di fatto il sistema delle strisce blu che reggeva intatto, e tamponava la mania dei romani di usare l'auto anche per andare a prendere il caffè dietro l'angolo, dai tempi di Francesco Rutelli.
In pochi mesi Marchi, la Sciagura, riuscì a distruggere un quindicennio di piccoli (piccolissimi, purtroppo, altrimenti non sarebbero stati così deboli) traguardi raggiunti, riportando la città ai peggiori anni Ottanta. Ebbene Stefano Esposito, il nuovo assessore che Matteo Orfini ha ritenuto di posizionare (dopo aver ricevuto dei 'no' perfino da Topo Gigio) al posto di un signore iper preparato come Guido Improta, sta addirittura facendo peggio. Al confronto residuati bellici di Alleanza Nazionale tipo Sergio Marchi appaiono degli statisti che manco Roosvelt. Ancora non è chiaro se l'opera di pessima amministrazione sia fatta per totale impreparazione o per sibillina cattiva fede. Esposito attacca e punta a demolire ogni elemento costitutivo della narrazione mariniana in maniera volgare e sconclusionata, ma lo fa perché semplicemente ignorante oppure lo fa per sabotare Marino? Per fargli perdere consenso? Come può ad esempio un assessore ai trasporti non capire l'importanza della ciclabilità, litigare con i ciclisti, fare affermazioni inqualificabili sul fatto che la bici vada lasciata a casa perché la città è delle auto e questo non può cambiare? È tutto il contrario del motivo per cui Marino ha preso tanti voti nel 2013. E così su molto altro: il Grab (sul cui giudizio negativo siamo d'accordo con Esposito, ma resta il grave attacco a uno dei capisaldi del Sindaco), lo Stadio della Roma (su cui Esposito, quanto meno a digiuno di fatti di urbanistica - eufemismo -, si è permesso di polemizzare col Professor Caudo, uno dei più capaci assessori all'urbanistica che la città abbia mai avuto) fino ad Atac dove Esposito è riuscito a far quasi-dimettere l'Amministratore Delegato Micheli, un manager di altissimo profilo che Atac non aveva mai probabilmente mai avuto. E poi tante cose tra il fokloristico e il patetico: l'incontro, come primo atto in assessorato, con Christian Rosso, l'autista grillino sospeso - giustamente - da Atac per comportamento anti aziendale. Lui, Esposito, che contro i grillini ha costruito uno storytelling tutto suo, si è fatto fregare appena messo piede al Comune di Roma. E ancora l'incontro con le associazioni di cittadini che lottano per il trasporto pubblico, come premessa chiese subito a loro che dovevano stare alla larga, chissà perché, da Roma fa Schifo e dal suo stile. Una fatwa in piena regola che le associazioni, composte tutte composte da nostri amici da anni, ci sono venuti a riferire immediatamente. Ma cosa c'entra lo stile col fare quello che abbiamo sempre fatto, ovvero sottolineare le idiozie che un amministrazione cerca di mettere in pratica? Esposito si è subito impermalito perché gli abbiamo spiegato come il "bigliettaio a bordo" era una cretinata galattica, ma per evitare attacchi basterebbe realizzare idee corrette e non sbagliate...Il tutto ovviamente è condito di bugie, pressappochismi, insulti a chiunque faccia una proposta in linea con le buone pratiche europee (far salire le persone da davanti sul bus per far sì che tutti finalmente paghino? "È una sciocchezza" secondo Esposito. E lo è anche quando a proporre questa 'sciocchezza' è Fabrizio Panecaldo, il più importante tra i consiglieri PD) e tanta tanta aggressività specialmente nascosto dietro alla tastiera dei social network. Una delle tante bugie proferite durante il famoso incontro-scontro durante il quale i ciclisti registrarono con una cimice nascosta le enormità che l'assessore fu capace di dire, parlava di ciclabili leggere. "Non si possono fare perché pericolose, non c'è spazio, se poi qualcuno si fa male il magistrato viene da me, io vado la domenica in bici a Torino e le ciclabili sono tutte protette". Tra le troppe scempiaggini quest'ultima siamo andati l'altro giorno a riscontrarla proprio a Torino. Siamo usciti da Porta Nuova, abbiamo fatto quattro passi di numero e ci siamo infilati nel centro della città. Via Lagrange, Via Cavour, Via Principe Amedeo. Tutta Torino è così come la vedete in queste nostre foto, se non credete andatevene su Google Street View e verificate.Insomma Stefano Esposito ha clamorosamente mentito. Non solo non sa nulla di mobilità urbana, ma non conosce neppure la sua città dove si pregia di fare il ciclista della domenica (profilo perfetto per un assessore ai trasporti). A Torino, come è ovvio che sia e come si sta facendo in tutta Italia salvo che a Roma, il Comune ha fatto giustamente delle ciclabili leggere laddove c'era spazio e laddove le carreggiate erano troppo larghe. Così si è dato uno spazio piuttosto sicuro a chi si muove in bici e si è tolto soprattutto spazio alla sosta selvaggia riducendo la velocità delle auto che quando hanno corsie più piccole, corrono meno. Insomma a Torino hanno vinto tutti: i ciclisti non saranno sicuri al 100% ma lo sono un po' più di prima; gli automobilisti non si trovano davanti vetture in doppia fila che obbligano allo slalom e anche i bus transitano più sicuri e senza incognite. Non che la sosta sul marciapiede e in seconda fila sia stata sconfitta in quelle strade, intendiamoci, ma per lo meno è stata resa disagevole, è stata resa fuori luogo. Chi lo fa lo fa furtivamente, non istituzionalmente. Lo fa di soppiatto e velocemente. E tutto si è ottenuto con una striscia di vernice. Ordine, sicurezza e rispetto a costo zero.
Esposito dice che a Roma "non c'è spazio", ma lo dice semplicemente perché dà per scontato che a Roma ci debba essere la doppia fila fissa, la sosta sul marciapiede fissa, lo strapotere delle lamiere fisso. Su questo tema è venuto allo scontro con i ciclisti finendo, appunto anche lì, per dire menzogne rispetto alla sua stessa città che invece da anni realizza ciò che lui considera "pericoloso" realizzare a Roma.
Ma se le bugie, le gaffes e le aggressioni che nascondono ignoranza non sono più una notizia quando si parla di Stefano Esposito. Una novità è rappresentata dal suo staff che si sta componendo in Campidoglio. Staff che, con lo stesso stile dell'assessore, sta ormai da qualche giorno imperversando sui social network. Staff che, per modalità di selezione e qualità professionale, dovrebbe rappresentare uno scandalo che invece, da agosto, nessuno (ma i quattro consiglieri del Cinque Stelle cosa ci stanno a fare? Solo propaganda e poco più?) ha ritenuto di sollevare.
Il capo segreteria dell'assessore Esposito si chiama Raffaele Bianco. Ha un curriculum che lasciamo voi giudicare (e poi dicono che in Italia non c'è l'ascensore sociale: solo nel nostro paese un commesso di Auchan può trasformarsi in un istante in un gran commis pubblico...), ci costa 41mila euro all'anno a tutti noi romani, ed è arrivato a Roma da Grugliasco per insultare i cittadini, dire sciocchezze, manifestare ignoranza e contribuire al caos in cui versa la mobilità cittadina. Per carità, specie nei posti di responsabilità è ovvio che ciascuno si scelga i collaboratori che conosce, fidati, amici. Ma qui si esagera. Esposito arriva, non sa nulla di Roma, non sa nulla di mobilità e invece di prendere qualcuno che a Roma sappia di mobilità fa venire un suo amichetto da Torino?
"Non lascio il Senato così non costo nulla al Campidoglio" disse Esposito facendo riferimento al divieto di cumulare emolumenti per gli incarichi pubblici. Verissimo: Esposito percepisce soltanto lo stipendio da senatore (superiore allo stipendio del Presidente Barack Obama) - peraltro sempre pagato dai cittadini -, ma ha comunque deciso di gravare sul Campidoglio lo stesso. Somministrandoci il signor Bianco.
In Italia a cosa serve studiare e conseguire lauree quando gli ingegneri restano disoccupati e personaggi come il nostro vengono cooptati da politici amici? Con i profili Twitter e Facebook infarciti più che altro di calcio e di amore per le auto sportive e potenti, Bianco è proprio il perfetto collaboratore per un assessore ai trasporti. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un tweet (ritornando al discorso delle ciclabili leggere di cui sopra) in cui facevamo notare che se in una strada c'è spazio per la tripla (tripla!) fila di auto, allora senz'altro c'è spazio anche per una ciclabile leggera. Tra le risposte è apparso il nostro Bianco che ha risposto come vedete qua sotto.
Salvo poi continuare a vergare tweet insultanti e offensivi: il massimo della tensione intellettuale si è avuta quando ha iniziato a rispondere ai cittadini che non avevano diritto di parola perché avevano pochi follower su Twitter.
L'episodio più divertente, però, è proprio quello relativo a quando abbiamo postato, qualche giorno fa, su Twitter, le foto delle ciclabili di Torino di cui sopra. Anche qui è intervenuto il nostro Mister White neo esperto di mobilità. Ha infilato una supercazzola via l'altra per giustificare il fatto, ingiustificabile, che a Torino sì quelle ciclabili effettivamente c'erano, ma che a Roma non si potevano fare. È arrivato a dire che a Torino la ZTL è più grande (è falso, ma anche se fosse vero?) fino a chiamare in causa la sua personale "Legge dei Grandi Numeri": se una città è più grande è più facile fare incidenti di auto e dunque è giusto non fare le ciclabili per "tutelare i ciclisti". Secondo Bianco e Esposito l'unica maniera di tutelare i ciclisti è evitare di fargli prendere la bicicletta e convincere anche loro a pigliare l'auto. Legge dei Grandi Numeri. Sul serio eh. Detto poi da un perito. Se non ha cancellato, andatevi a leggere lo scambio direttamente sul suo profilo Twitter.
Un personaggio semplicemente inquietante come inquietante si è purtroppo rivelato il nostro assessore. O per lo meno inquietante è il personaggio che ha deciso di recitare a Roma visto che con ogni probabilità Esposito (il cui cv non è comunque molto più ricco di quello del suo stretto collaboratore) è tutto fuorché il coatto che vuol far credere di essere. È invece un politico capace e spregiudicato (vi ricordate l'emendamento-Canguro, in Senato) che evidente è stato messo lì per disturbare. E disturba. Lo fa, tuttavia, sulla pelle di tutti noi, delle nostre vite, dei nostri rischi, del benessere dei nostri figli. Non si capisce perché il Sindaco taccia avendo in Giunta una figura che lavora contro la città e contro la visione di città che ha vinto alle elezioni di due anni e mezzo fa. Subire sabotaggi politici è abbastanza ordinario, subirli senza reagire minimamente no.
Stefano Esposito a inizio mandato disse che si dava 90 giorni. 60 sono già passati. Speriamo che i successivi 30 gli servano per decidere di togliersi dalle scatole. O di cambiare totalmente atteggiamento.