Oltre a formare potenziali musicisti la musica stimola i modelli interni del cervello, favorendo i ragionamenti complessi e la percezione del mondo fisico. Inoltre influisce positivamente sulla maturazione neurologica, per cui i processi cognitivi si svolgono più rapidamente e l’apprendimento si stabilizza meglio. Dal punto di vista psicologico, invece, la musica modella il carattere del bambino rendendolo equilibrato, indipendente, creativo, in armonia con se stesso e alla ricerca del continuo scambio con l’ambiente che lo circonda.
L’essere umano, infatti, è fatto per la relazione e, come ha ben focalizzato con i propri studi Antonio Imbasciati – ordinario di Psicologia Clinica e direttore dell’Istituto di Psicologia della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Brescia – prima questa è avviata, maggiore è il nutrimento che il corpo ne riceve, soprattutto a livello neurocerebrale. Ed è questo, forse, l’aspetto più straordinario: la musica accende la relazione madre-figlio, la stessa relazione da cui scaturisce la crescita armonica del bambino, in un circolo virtuoso degli affetti dove l’attaccamento alla madre è la risposta del neonato agli stimoli ricevuti….
(Filippo Massara)