Silvio è un genio, del male ma lo è. In un colpo solo è riuscito a tenere buoni i falchi e le colombe semplicemente accontentandoli. In un colpo solo è riuscito a stare per 1/3 al governo e per 2/3 all'opposizione. In un colpo solo si è posizionato per le prossime elezioni europee, con le dichiarazioni di euro-scetticismo anti-germanico, e italiane (tassa sulla prima casa comunque essa si chiamerà, ripresa dei consumi, Iva, Irpef, disoccupazione, libera imprenditoria, meno stato più mercato che poi sono la sintesi della sua ideologia liberista). Tutto quello che è successo ieri, è il più grande imbroglio messo in scena dall'inizio della storia repubblicana di questo paese, per meglio dire, andato in onda. Ci giochiamo gli stanchi e fracassati attributi in una surreale scommessa contro noi stessi se ci spingiamo ad affermare che non c'è stata nessuna scissione ma un riposizionamento di ali dell'esercito di Silvio che, "non avendo i numeri per far cadere il governo" (cosa che non vuole assolutamente) e non potendo far nulla per evitare la sua decadenza, ha cercato, riuscendoci, di restare al centro della politica italiana. "Non fate dichiarazioni contro Alfano e compagnia bella - ha detto Silvio - perché saranno nostri alleati nelle prossime elezioni". E dall'altra parte, Alfano ha detto: "Silvio è il nostro punto di riferimento, faremo del tutto purché non decada". In prima fila, Renato Schifani rideva come un matto perché, se qualcuno non lo avesse ancora capito, l'ex capogruppo al senato del Pdl, è il garante della fedeltà di Nuovo Centro Destra all'Imperatore. Tutta la giornata di ieri è stata una farsa, recitata secondo il copione che un regista inarrivabile quale è Berlusconi, ha messo in scena facendo cadere tutti nella trappola che le menti sopraffine del Pdl hanno elaborato per gli italiani inconsapevoli e parecchio rimbambiti. Ci sono cascati tutti, perfino noti commentatori politici, perfino quel democristiano doc e indefesso che risponde al nome di Pierfy Casini. Silvio, da solo, è riuscito nell'impresa di incarnare tutte le correnti della DC che fu: essere contemporaneamente maggioranza e opposizione, dispensatore di carote e bastonate (a seconda dell'interesse del momento), proprietario unico del pallone e del campo di calcio, per cui la partita finisce quando lo decide lui. Silvio è un genio, del male ma lo è, e ne dovrebbero prendere atto gli schizofrenici del Pd, i ridanciani di Sel, i baluba della Lega, i malpancisti degli italiani alias i pentastelluti, gli inconsistenti montiani, i morti di fame dei popolari. Silvio, insomma, forever. Lo abbiamo sempre scritto, iniziamo a crederlo. Finito? Mai, forse un po' acciaccato ma, come ieri, ci pensa il dottor Zangrillo a rimetterlo in sesto con un bicchiere di acqua e gocce miracolose.
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La scissione del Pdl? Il più grande imbroglio dell'Italia repubblicana
Creato il 17 novembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Silvio è un genio, del male ma lo è. In un colpo solo è riuscito a tenere buoni i falchi e le colombe semplicemente accontentandoli. In un colpo solo è riuscito a stare per 1/3 al governo e per 2/3 all'opposizione. In un colpo solo si è posizionato per le prossime elezioni europee, con le dichiarazioni di euro-scetticismo anti-germanico, e italiane (tassa sulla prima casa comunque essa si chiamerà, ripresa dei consumi, Iva, Irpef, disoccupazione, libera imprenditoria, meno stato più mercato che poi sono la sintesi della sua ideologia liberista). Tutto quello che è successo ieri, è il più grande imbroglio messo in scena dall'inizio della storia repubblicana di questo paese, per meglio dire, andato in onda. Ci giochiamo gli stanchi e fracassati attributi in una surreale scommessa contro noi stessi se ci spingiamo ad affermare che non c'è stata nessuna scissione ma un riposizionamento di ali dell'esercito di Silvio che, "non avendo i numeri per far cadere il governo" (cosa che non vuole assolutamente) e non potendo far nulla per evitare la sua decadenza, ha cercato, riuscendoci, di restare al centro della politica italiana. "Non fate dichiarazioni contro Alfano e compagnia bella - ha detto Silvio - perché saranno nostri alleati nelle prossime elezioni". E dall'altra parte, Alfano ha detto: "Silvio è il nostro punto di riferimento, faremo del tutto purché non decada". In prima fila, Renato Schifani rideva come un matto perché, se qualcuno non lo avesse ancora capito, l'ex capogruppo al senato del Pdl, è il garante della fedeltà di Nuovo Centro Destra all'Imperatore. Tutta la giornata di ieri è stata una farsa, recitata secondo il copione che un regista inarrivabile quale è Berlusconi, ha messo in scena facendo cadere tutti nella trappola che le menti sopraffine del Pdl hanno elaborato per gli italiani inconsapevoli e parecchio rimbambiti. Ci sono cascati tutti, perfino noti commentatori politici, perfino quel democristiano doc e indefesso che risponde al nome di Pierfy Casini. Silvio, da solo, è riuscito nell'impresa di incarnare tutte le correnti della DC che fu: essere contemporaneamente maggioranza e opposizione, dispensatore di carote e bastonate (a seconda dell'interesse del momento), proprietario unico del pallone e del campo di calcio, per cui la partita finisce quando lo decide lui. Silvio è un genio, del male ma lo è, e ne dovrebbero prendere atto gli schizofrenici del Pd, i ridanciani di Sel, i baluba della Lega, i malpancisti degli italiani alias i pentastelluti, gli inconsistenti montiani, i morti di fame dei popolari. Silvio, insomma, forever. Lo abbiamo sempre scritto, iniziamo a crederlo. Finito? Mai, forse un po' acciaccato ma, come ieri, ci pensa il dottor Zangrillo a rimetterlo in sesto con un bicchiere di acqua e gocce miracolose.
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