"Dopo la morte di Dio, la morte del prossimo è la scomparsa della seconda relazione fondamentale dell'uomo".
Lo scrive lo psicoanalista Luigi Zoja nel suo interessante saggio edito da Einaudi che si intitola proprio "La morte del prossimo".
"La vergogna del narcisismo - che accomunava gran parte delle culture tradizionali - si è sbriciolata sotto le spallate del mercato, che vende il superfluo solleticando autocompiacimento. -sostiene Zoja - Così, il pronome io (inglese: I) si è trasformato in prefisso di prodotti di successo: iPod, iBook. La parola "egoista", che era un'offesa, in un profumo alla moda...".
Gli uomini, gli altri, ci sono diventati sempre meno necessari. Se mi sento solo accendo la tivù o il computer e immediatamente sarò inondato da voci e circondato da visi noti e famigliari nel primo caso, ricercato da sconosciuti altrettanto soli e desiderosi di scambiare messaggi nel secondo. Questo vale tristemente anche per i più piccoli, che una volta trovavano compagnia nei figli dei vicini di casa e oggi invece trascorrono sempre più del loro tempo in "compagnia" di uno schermo, sia esso la televisione, il pc o la playstation.
Anche l'attività sportiva, una volta praticata in compagnia di amici o fidanzate/i, è stata in gran parte sostituita da quello sport solitario che è il jogging, reso ancora più individualistico dall'usanza di correre con le cuffie per ascoltare musica.
I nostri corpi sono sempre più distanti mentre cresce l'insofferenza per la fisicità altrui. Perché utilizzare un mezzo pubblico dove inevitabilmente sarò a contatto con carni che emanano sudore e odore mentre posso starmene tranquillamente chiuso nella mia auto dotata di aria condizionata e di altri generi di comfort?
Questo è quanto constatiamo quotidianamente. E mi chiedo: verrà mai il giorno in cui questa distanza ci diventerà più insopportabile della puzza altrui?
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