Magazine Cultura

La scomparsa di Massimiliano Arlt – Primo Canu

Creato il 24 maggio 2014 da Linda Ferrando

La-scomparsa-di-Massimiliano-Arlt-600x800-225x300

La Ellera Edizioni è una giovanissima casa editrice volta alla pubblicazione di libri digitali che ha trasportato su e-book alcune opere della Scapigliatura e che ora ha inaugurato una speciale collana dedicata ai nuovi talenti letterari italiani aiutandoli a venire alla luce e ad emergere dall’oceano immenso di produzioni letterarie. Una ventata di freschezza da ammirare per il coraggio di lanciarsi solo sul digitale e la volontà di dare spazio ai giovani. Questo di cui parlo oggi è proprio il primo romanzo della collana chiamata “Letteratura Italiana Sommersa”, si intitola La scomparsa di Massimiliano Arlt  l’autore è l’esordiente Primo Canu e qui troverete una sua bella intervista.


Massimiliano Arlt ti entra dentro. Sarà perché potrebbe essere davvero uno di noi ventenni, uno che avrebbe potuto diventare il classico odioso figlio di papà ricco e snob ma che invece è un ragazzo intelligente interessato più a filosofi e opere letterarie di spessore piuttosto che  alle teorie politiche di suo padre; sarà che potrebbe essere uno di noi decidendo di accontentare i genitori e iscriversi ad Economia ma coltivando sempre la sua passione per le materie umanistiche; sarà perché si innamora senza remore della bella e soprattutto sveglia Linda tanto da seguire le sue stesse lezioni per conquistarla; sarà perché quando il loro amore sboccia ti si rizzano i peli delle braccia e ti sembra di essere lì a viverlo con loro. Max è puro e genuino, un prodotto nato dal benessere degli anni in cui la DC aveva tutto, senza rendersi conto che forse era lo stesso di non avere nulla in quegli anni di infiltrazioni mafiose e corruzione. E questa è la storia del suo rapporto col padre che da un’adorazione infantile si tramuta in scatti di odio improvvisi, e di quello con la madre, un’eterna bambina viziata che nasconde una incredibile debolezza interiore; ma soprattutto del rapporto che Max ha con se stesso. Max sbaglia e fa scelte che alcuni potrebbero non capire, ma sono scelte vere e di questi tempi trovare la sincerità e la semplicità in un personaggio non è così banale.

La struttura narrativa spezza in due sezioni nette il romanzo: nella prima viene narrata la storia di Max dalla nascita fino ai vent’anni circa, tra i capitoli che narrano gli eventi di una vita spiccano quelli di un Max già maturo che parlando con il suo psicologo ricorda alcuni momenti vissuti col padre, positivi e negativi, ripercorrendo la sua infanzia; nella seconda – costituita dalla seconda e terza parte – si narra di come la sua vita proceda in seguito alla morte del padre, con cambiamenti evidenti e un nuovo personaggio misterioso che entra a far parte dell’esistenza sconvolta di Max rendendo le atmosfere più cupe e ansiose e avvicinandolo al thriller. Le due sezioni si contraddistinguono anche da un diverso stile utilizzato: nella prima, e in particolare nei primissimi capitoli, prevale l’uso di periodi brevissimi e una punteggiatura che si focalizza quasi del tutto sull’uso del punto; mano a mano che si prosegue nella lettura è come se il linguaggio si evolvesse a pari passo con l’evolversi della trama e le descrizioni si fanno più precise e complesse sfiorando quasi la poesia.

«Lo vedo al tavolo della veranda attraverso il vetro della finestra. È all’ombra, ma il giardino è martellato dalla luce gialla che viene giù a picco e scalda tutti i verdi. Per cui anche nel blu dell’ombra c’è una velatura dorata. È per via dell’aria che è piena di luce. [...]

Il senso su cui Canu si focalizza è la vista: il tema del colore è ripreso in più parti del romanzo. Che sia la luce che filtra dalle persiane in un pomeriggio d’estate o il bagliore metallico di un fulmine durante un temporale, il senso della vista acutizza ogni aspetto della trama rendendoci partecipi e complici di ogni ricordo presente nella mente di Max. L’aspetto cromatico è un perfetto mezzo per tornare indietro al passato, per riaprire le vie occluse del nostro cervello ai ricordi, belli e dolorosi che siano.

Il finale aperto come aperto è il futuro di ogni ventenne lascia comunque soddisfatto il lettore che quelle 164 pagine se l’è davvero divorate con gli occhi, letteralmente!


Voto: ★★★★✰

♫♪ Starless - Verdena

Ricordare- nell’etimo – significa rimettere nel cuore. Rimettere nel cuore significa rivivere. Il punto è che la cosa ricordata ha un effetto sul cuore nel presente. Non come fosse reale, ma quasi. Il pensiero propriamente detto nasce nell’uomo con l’abitudine a maneggiare gli oggetti della memoria. Il primo uomo che ha ricordato ha rivisto il non più visibile, e rivedendolo lo ha rivissuto. Se lo è ritrovato davanti per la prima volta. Il passato si ripresentava in lui spontaneamente. E se n’è presto scoperto padrone.

sulcomodino


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines