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Eravamo diretti a Edinburgh dove avremmo cercato un bed and breakfast per noi due, per mia sorella e per mio nipotino di un anno e 5 mesi che sarebbero arrivati l’indomani mattina, proprio a Edimburgo. Eccola qui la novità che ci avrebbe trattenuti ancora un po’ in terra scozzese.
Ignari di quel che ci stava per accadere e molto fiduciosi nella buona e celere riuscita dei nostri propositi, abbiamo cominciato a cercare un B&B proprio nella zona dell’aeroporto poiché sarebbe stato più pratico per gli spostamenti, favoriti dalla vicinanza dell’autostrada; l’idea era perfetta!
Al primo B&B a cui abbiamo bussato per chiedere la camera, non solo ci hanno risposto di non avere disponibilità, ma ci hanno anche detto che avremmo potuto smettere di cercare perché non avremmo trovato, in tutta Edimburgo, un solo BB libero a causa del festival in corso. Per la cronaca, a Edimburgo si stava svolgendo il Fringe, il festival degli artisti di strada che richiama appunto, artisti, appassionati, curiosi, turisti e critici da ogni angolo della Terra.
Convinta della cattiva fede di quel signore, convinta che avesse voluto fare lo spavaldo, ho continuato a bussare ai vari bed and breakfast che trovavo sulla strada, ma la risposta era sempre la stessa: “No, I’m sorry, we’re fully booked. It’s a busy time with the festival!”. Solita solfa ovunque. Cominciavo a disperare, ma dovevo continuare a cercare e trovare un alloggio per mio nipote Gabriele e per mia sorella. Che situazione ansiogena! Tuttavia ero ancora fiduciosa: una città dall’amplissima capacità ricettiva come Edinburgh, avrebbe sicuramente avuto il B&B per noi. Forte di questa mia convinzione, ho cominciato a telefonare ai B&B pubblicizzati su una guida che avevo con me, presa al Tourist information di Stornoway. Cavolo! Erano, anche quelli, tutti fully booked.
Usciti dall’ennesimo albergo che ci aveva chiesto una cifra esorbitante, ce ne stavamo in piedi, inebetiti, lì su quel marciapiede, lungo un viale alberato, a cercare di capire che cosa fare, quando una voce alle nostre spalle, in italiano, ci ha chiesto se avessimo avuto bisogno di aiuto. Mai come in quel momento ho apprezzato la mia lingua. Le avrei baciato le mani a quella persona. Era una signora ligure che viveva a Edimburgo e che lavorava al Consolato italiano. Le abbiamo spiegato che cosa ci stava accadendo e lei si è resa disponibile ad aiutarci e ha preso a cuore la nostra situazione. Ha telefonato a una sua amica che affitta le camere, ma neanche lei aveva posto. Tramite Consolato non poteva fare nulla (beh, ci ho provato!). Allora la signora ci ha consigliato di raggiungere un ristorante italiano, non distante da lì e di chiedere ai proprietari per un B&B. Essi ci avrebbero sicuramente aiutati a trovare questa benedetta camera. Abbiamo raggiunto il ristorante seguendo le istruzioni fornite dalla signora ligure e abbiamo parlato coi proprietari. Tuttavia neanche loro ci hanno potuti aiutare. Ci hanno però consigliato di provare a bussare alle case accanto al ristorante perchè lì c’era un B&B.
Che storia senza fine!
Continua…
Photo Credits: Lucia Tysserand
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