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La scuola dei dittatori: Poeti e prostitute si possono sempre avere per denaro

Creato il 10 marzo 2011 da Risibilmostra

Come deve comportarsi un potere totalitario con " un ceto di professori artisti e letterati particolarmente infido"?

"Quelli di essi che sono [...] essenzialmente vanitosi, non dovrebbe essere difficile prenderli dal lato debole, mediante premi, corone d'alloro, seggi accademici, sinecure statali. Tenete conto che l'esercizio esclusivo di un'attività spirituale assai spesso deforma il nor­male equilibrio psichico, producendo il narcisismo. Solo po­chi intellettuali e artisti sfuggono realmente a questa malat­tia professionale. Giacché nella sua inevitabile solitudine il narciso è gonfio di risentimento contro la società, egli resta profondamente commosso da eventuali omaggi del nuovo Capo dello stato. In linea generale si può dire che l'intellet­tuale o l'artista si compiace istintivamente di tutto ciò che favorisce la propria fama e detesta quello che la danneggia. La sua concezione del bene e del male, nel suo foro interno, poggia su queste premesse. Comunque, ogni sua eventuale incertezza scomparirà appena avrà sentore che l'omaggio au­torevole potrebbe, in sua vece, favorire qualche collega".

Bismarck ha già detto che poeti e prostitute si possono sempre avere per denaro.

Il denaro, con le persone di cui stiamo parlando, non è sempre il mezzo più efficace. Ben superiore è l'adulazione. Non sarà male estendere la corte a qualche famoso artista o letterato straniero. Non temete rifiuti, la loro fama d'inaccessibilità è quasi sempre scroccata. Essi adorano vedere la propria fotografia sui giornali stranieri. E il soggiorno gratuito in grandi alberghi di lusso, con buona cucina e cantina scelta, piace a tutti. Per il prestigio del nuo­vo regime non bisogna mai temere che siano soldi spesi male, perché il fascino di tali personaggi sulle grandi masse è ora non solo d'ordine estetico. Si, da quando le chiese sono decadute è su tali catoni che ricade il ruolo di guide dello spirito. Non mancherà tra essi qualche pecora nera, refrattaria alla corruzione e alle blandizie? Li indicherete alla polizia, con l'ordine di trattarli come i peggiori tra i criminali.

Gli uomini di chiesa

Agli uomini di chiesa, come agli dèi, piacciono i vincitori. La lo­ro obbedienza civile, nei confronti di qualsiasi potere, è sal­damente fondata sulla credenza che ogni autorità venga da Dio e sulla raccomandazione di dare a Cesare quel ch'è di Cesare. Insomma è gente ben disposta. D'altra parte, la fron­tiera tra il divino e l'umano non è tracciata cosi nettamente da impedire che talvolta essi diano a Cesare anche quel ch'è di Dio e rivendichino a Dio quel ch'è di Cesare. Sono confu­sioni che non devono scandalizzare. Il neo-dittatore saprà apprezzare il vantaggio di essere dichiarato Uomo della Prov­videnza e che nella liturgia sia inserita una preghiera implo­rante la protezione divina sulla sua persona".

(Ignazio Silone, La scuola dei dittatori, 1938)


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