
Il Presidente francese Hollande vuole riformare la scuola e ha deciso di eliminare compiti e diminuire le bocciature. Un argomento sempre molto attuale del quale scrive Luciano Pasqualotto su Educare.it e che dovrebbe farci riflettere:
Non vi può essere una risposta semplice ad una questione complessa.
Si consideri innanzitutto che i compiti per casa sono conseguenti ad un certo tipo di insegnamento: quello trasmissivo, centrato più sull’insegnante che sullo studente. In altre parole, nella scuola Italiana, già dalla primaria (purtroppo) è più importante il programma, quello che si spiega, di quello che gli alunni conoscono già o che stanno imparando. La cartina di tornasole di questa impostazione didattica è data dai casi in cui ai genitori tocca spiegare quello che bambini e ragazzi non hanno compreso a scuola (!). L’introduzione della valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), a nostro avviso, non ha fatto altro che rafforzare questo modello: in casi estremi si è verificato che tutto l’insegnamento è stato finalizzato al miglior risultato nelle prove INVALSI.
In secondo luogo, si registra in Italia una lenta deriva, più o meno consapevole, verso un modello di scuola clinica, capace di intercettare gli alunni deboli o con difficoltà (vedasi, ad esempio, gli screening sulla dislessia) ma non per fornire un aiuto direttamente in classe ma, piuttosto, per indirizzarli verso percorsi diagnostico-riabilitativi extrascolastici, che finiscono spesso per diventare uno stigma o una giustificazione al disimpegno, tanto degli alunni coinvolti quanto degli insegnanti che dovrebbero lavorare per il loro recupero.
In definitiva, per rinunciare definitivamente ai compiti a casa si dovrebbe rivedere profondamente la didattica e la preparazione degli insegnanti: occorrerebbe fare della scuola il luogo dell’esperienza, del confronto, dell’individualizzazione. Non si tratta di mera utopia, come esempi illuminanti anche nella storia del nostro Paese ci hanno mostrato, dalla Scuola di Barbiana alle attuali Scuole Waldorf.
Quando cambierà anche la scuola italiana?
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