La seconda guerra civile americana
di Joe Dante
USA 1997
Giusto settimana scorsa ci interrogavamo su romanzi e film che avessero come soggetto un'eventuale balcanizzazione degli Stati Uniti. Per mia massima colpa mi sono scordato di citare un film poco conosciuto in Italia, ma validissimo e decisamente a tema: La seconda guerra civile americana, girato nientemeno che da Joe Dante.
Futuro prossimo venturo: gli Stati Uniti sono sempre più multietnici e sempre più dominati dal lobby finanziarie che influenzano la politica della Casa Bianca. I mass media invece si comportano come han sempre fatto – ossia dando la caccia frenetica agli ascolti, fregandosene di ogni norma etica o morale. E di ascolti la situazione internazionale ne garantisce parecchi, considerando che gli indiani hanno appena atomizzato Islamabad, mentre i Balcani e la Russia sono sconvolti da una non meglio precisata guerra tra etnie slave.
Profughi di mezzo mondo cercano asilo negli Stati Uniti, già recentemente coinvolti da una vera e propria immigrazione di massa di cinesi, precipitatisi nel Rhode Island per colpa di una sorta di crisi economica che ha colpito il loro paese.
Il film si apre con la notizia che gli orfani di Islamabad stanno per essere accolti negli USA, dove verranno distribuiti negli istituti gestiti da una nota associazione umanitaria, che ha filiali in diversi Stati dell'Unione. Il governatore di uno di questi, ossia Farley dell'Idaho, decide di opporsi alla decisione del Presidente degli Stati Uniti e dichiara la chiusura dei confini. Nessun moccioso pakistano metterà piede nell'Idaho, a costo di rischiare una seconda guerra civile americana.
Evenienza che dapprima sembra del tutto improbabile, ma che col passare delle ore si concretizza. I miliziani separatisti di altri stati, stanchi della politica liberal di un Presidente più fotogenico che capace, si schierano col governatore ribelle, e la Guardia Nazionale dell'Idaho scende in campo per evitare l'intervento armato dell'Esercito. Atti spontanei di terrorismo separatista si moltiplicano ovunque, da Los Angeles a New York.
Peccato che, nel mentre, il governatore Farley sia più interessato a correre dietro alla gonnella della sua amante, una giornalista messicana inviata sul posto per seguire la crisi, che non a evitare il tragico tracollo della situazione. Tracollo da lui stesso causato, solo per garantirsi i voti dei suoi elettori più destrorsi e forcaioli, non certo per chissà quale alto ideale politico.
La seconda guerra civile americana è una commedia che man mano si tinge di dramma, un film dal cinismo spietato che non risparmia nessuno: classe politica, militari, mass media, lobby finanziarie, associazioni umanitarie, etnie di tutti i generi e colori.
Joe Dante mette in scena una tragedia buffa che rappresenta il peggio del suo paese. Un paese che noi siamo abituati a immaginare in modo ben diverso, ma che in realtà vive di forti movimenti indipendentisti che proprio in questi anni stanno ritrovando forza e proseliti.
Pensate un po' che questo film fu girato per la TV. È come se da noi la RAI si decidesse a produrre un film che prende in giro il Risorgimento o, viceversa, la Lega. Questa sì che è fantapolitica!