È un esercizio non da poco, quello di adattare esempi della vita di tutti i giorni a grandi opere (o anche libruccoli di terza categoria, perché no?). Non sempre tiriamo fuori qualcosa da una storia che abbiamo letto perché il romanzo non ci è piaciuto o è ad un livello cosi aulico che non ci ha coinvolti in prima persona. Ma provate ad adattare la grande e ossessiva attrazione di Aschenbach per Tazio, con quella di un impiegato di ufficio per la sua sigaretta e avrete, non una banalizzazione, ma un interessante punto di vista che fa capire molti pensieri profondi che muovono gli uomini verso una consapevolezza di morte per tabacco. Vi propongo infine alcuni esempi che mi sono venuti in mente che riguardano queste seconde letture di alcuni libri:
Il Signore degli Anelli: Tolkien ci ha infilato ogni possibile metafora di guerra, politica e pillole di saggezza, ma avete mai pensato a tutta la storia come ad una possibile elaborazione di un lutto?
Il signore delle mosche: l'esempio di civiltà che si ritrova con un potere da distribuire e da gestire e la confutazione del “buon selvaggio” del filosofo Rousseau sono due pilastri di questo capolavoro. Ma se vedessimo tutta la storia all'interno di una classe di prima media, non scopriremo qualcosa di più sulle dinamiche che muovono questi giovani uomini e magari (molto alla lontana) imparare qualcosa in più sul bullismo?
Lo strano caso del Dottor Jekyll e del signor Hide: l'eterna lotta tra il bene e il male dentro ad ognuno di noi, lo yin e lo yang. Ma perché invece non potrebbe essere il vostro amico che vuole evadere da una settimana lavorativa e si ubriaca in discoteca diventando un pazzo scatenato?
Sono solo esempi estremizzati per far intendere una semplice cosa: avvicinate la letteratura alla vostra vita e viceversa, non lasciatela marcire sugli scaffali, rileggete i vecchi libri con occhi diversi e troverete cose nuove perché avete nuove esperienze. Non fate, per favore, come i dirigenti dei gestori dei mezzi pubblici che probabilmente non hanno mai letto Aspettando Godot: attesa eterna ad aspettare qualcosa che probabilmente arriverà, ma non si sa con certezza. Leggete e vivete.
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