La sedia della felicità – Carlo Mazzacurati
La sedia della felicità è l’ultimo film di Carlo Mazzacurati, uscito nelle sale il 24 aprile.
Il regista della Bassa, che si è spento a Monselice il 22 gennaio di quest’anno, aveva presentato al Torino Film Festival questo suo ultimo film, con Isabella Ragonese e Valerio Mastandrea come protagonisti.
Il suo arrivo al Festival, per ritirare il Gran Premio Torino alla carriera, era stato accolto con un’ovazione e dieci minuti di standing ovation.
Un standing ovation del tutto legittima considerando la carriera frizzante e per nulla scontata del regista veneto.
Era nato a Padova nel 1956, e da sempre era stato animato dal fervore cinematografico,frequentando gli ambienti artistici di Bologna e laurendosi al Dams, tra i primi del suo corso.
Vincitore del Leone D’Argento a Venezia nel 1994 per Il Toro, Carlo Mazzacurati si affermò come regista di commedie, dal retrogusto dolce-amaro e affascinante ritrattista di una bassa-padana umile, eppure forte e combattiva, con mille difetti, ma, allo stesso tempo, ironica e semplice.
Tra gli altri suoi film La giusta distanza (2007), L’amore ritrovato (2004 – tratto da un romanzo di Carlo Cassola), Vesna va veloce (1996 – per cui aveva ricevuto una nomination per il Leone d’Oro). Ha collaborato, tra gli altri, anche con Nanni Moretti, interpretando persino dei cammei in alcuni suoi film, Daniele Lucchietti e Gabriele Salvatores, Marco Paolini.
Viene ricordato da tutti come un uomo dall’intelligenza rara e profonda e Diego Abatantuono – con il quale aveva lavorato più volte – lo definisce come uno dei registi più innovativi e illuminanti della nostra generazione.
Ed in questa sua ultima opera, La sedia della felicità, Mazzacurati ha ripercorso i suoi temi preferiti: la proverbiale ritrosia veneta, i mutamenti di una regione, ma anche la sua immobilità. Ritrae la sua amata ed insicura Italia avvicinandosi con delicatezza a temi complicati, controversi, svelando le emozioni così umane dei suoi personaggi.
In questa pellicola Isabella Ragonese e Valerio Mastandrea, due persone comuni - lei estetista, lui tatuatore divorziato – che tentano di sbarcare il lunario, vengono trascinati alla ricerca di una sedia che dovrebbe contenere un presunto tesoro. Tra tante e diverse difficoltà si scontrano/incontrano con Giuseppe Battiston, un prete, anche lui venuto a conoscenza del tesoro.
Questa ricerca li porterà a viaggiare per la pianura, ad incontrare personaggi particolari e un rappresentativi di quella che è la realtà veneta, portandoli addirittura tra le bellissime montagne del trentino.
Un divertente, bellissimo e ispirante ultimo film, insomma, per salutare con garbo un grande regista italiano che se n’è andato troppo presto.