Prologo
La settimana scorsa sono caduto – come peso morto cade – da uno scaletto mentre cercavo di prendere dalla biblioteca un antico spartito da mostrare a un amico, grande esperto di opere sinfoniche e liriche. Trasportato in tutta fretta al Pronto Soccorso di Caravaggio (BG), mi hanno rilevato una frattura ingranata plurilineare del collo omerale della spalla sinistra. Non so se questa rovinosa caduta sia stata casuale o frutto di una punizione celeste: di sicuro da qualche giorno sono finito in un girone infernale dove il dolore acuto e continuato mi ha costretto a ripensare criticamente a ogni atto della mia vita pregressa…
La Sedia Infame
Anni ‘90, Brignano Gera d’Adda (BG)
Il professor Scalogna, avendo appena spiegato ai suoi giovani allievi del Liceo Classico P. Sarpi di Bergamo la parte dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni in cui si parla del rapimento di Lucia, organizza per loro una visita al castello dove pare sia vissuto l’Innominato, personaggio manzoniano che molti storici associano a Francesco Bernardino Visconti convertito alla fede dal Cardinale Borromeo agli inizi del 1600.
Questo castello è situato nel centro di Brignano Gera d’Adda in una zona poco distante dall’abitazione del prof. Scalogna. Una volta entrati nell’esteso porticato, oggi in gran parte restaurato, il docente illustra a grandi linee la vicende del palazzo nobiliare costruito tra la metà del cinquecento e gli inizi del seicento, dilungandosi sui vari personaggi della dinastia Visconti che nel tempo lo hanno abitato. Il giro storico-turistico all’interno del castello termina nella cosiddetta Sala dell’Innominato:
Tenere desta l’attenzione di un gruppo eterogeneo di ragazzi non è cosa facile: visitare vecchi castelli e ascoltare riferimenti storici dopo un po’ annoia anche i più volenterosi. Ma il professor Scalogna ha un asso nella manica: di sicuro le cose cambieranno radicalmente quando il suo racconto s’incentrerà su un misterioso oggetto di arredo che in passato faceva bella mostra di sé nell’immenso salone dell’Innominato.
“In molti episodi del passato, realtà e fantasia popolare spesso s’intrecciano – afferma – ma, in questo caso specifico, esistono documenti che danno una sostanziale base di veridicità agli avvenimenti. Dunque, sotto l’affresco a forma di croce di questo salone, da sempre, stazionava una sedia di notevole fattura artigianale il cui scopo non era quello di permettere il giusto riposo a qualche importante anziano di famiglia, ma per ricordare a coloro che al momento vivevano al castello fatti e misfatti (soprattutto misfatti) di chi li aveva preceduti. Se desiderate approfondire la conoscenza dell’albero genealogico dei Visconti bergamaschi, basta che sfogliate il notissimo testo “Il Palazzo Visconti (ora Carminati) di Brignano d’Adda – II edizione 1921”, scritto da Monsignor C. Donini e capirete perché quella sedia era lì in veste di temuto monito per le future generazioni. Molto interessanti anche le sue roboanti prediche (tutte reperibili negli archivi della Chiesa dell’Assunta, la Parrocchiale di Brignano da lui retta per tantissimi anni con grande prestigio e autoritario cipiglio) in cui sosteneva che le disgrazie piovute dal cielo su alcuni rampolli di quella gloriosa dinastia fossero il giusto castigo al loro discutibile comportamento e ciò, a lungo andare, aveva portato al decadimento del casato visconteo.”
L’attenzione degli studenti è al culmine. Il professor Scalogna si sente autorizzato a proseguire:
“Il buon Dio, dunque, per tentare di moderare l’efferatezza dei Visconti del ramo bergamasco aveva affidato a quel misterioso oggetto di arredo il compito di dimostrare che la cattiveria non è mai vincente. Si spiegano così gli imprevedibili quanto dolorosi incidenti occorsi a vari personaggi dal cattivo carattere appartenuti alla famiglia Visconti. Dei soprusi e dei delitti commessi da costoro poco si sa, mentre è certo che ognuno di loro aveva preteso per sé – a mo’ di sfida – l’uso esclusivo di quell’oggetto in odore di giustizia divina di cui stiamo parlando e di cui oggi sono in grado di mostrarvi una foto:
Questa bellissima sedia è conosciuta dagli storici come la Sedia Infame. Sfogliando antichi testi conservati nella Parrocchiale di Brignano è possibile trovare alcune tracce della Giustizia Divina comminata ai Visconti da questo misterioso scranno. Vi cito due noti esempi:
- Galeaz II, che infliggeva ai nemici quaresime di tormenti, col suo peso sfondò il vimine intrecciato della sedia e, prima di esserne estratto sanguinante e con l’osso sacro a pezzi, sottostò a indicibili dolori che continuarono per diversi mesi.
- Giammaria, che uccise sua madre e faceva sbranare i nemici da cani, un brutto giorno, appoggiatosi allo schienale dell’infame sedia, cadde all’indietro, batté con violenza la testa a terra, finendo malamente la sua carriera di feroce condottiero.
Con l’estinzione del ramo bergamasco dei Visconti, il castello che stiamo visitando andò ben presto in decadimento; gli splendidi affreschi delle varie sale furono facile preda dell’umidità, mentre mobili e arredi furono messi all’asta e venduti a privati. La sedia infame, proprio per la cattiva reputazione che si portava dietro, per parecchi anni rimase invenduta nelle tante aste che si erano susseguite nel castello ormai privo di qualsiasi attrattiva turistica. Negli anni ‘20 – disse il professor Scalogna – mio nonno, incurante delle dicerie ma attratto dalla bellezza della sedia e da un ridicolo prezzo di vendita, la comprò per abbellire la sua biblioteca con quel oggetto di grande valore storico, e visse senza mai problemi la sua vita, orgogliosissimo del prezioso acquisto fatto. Quella sedia passò poi in eredità a mio padre che, infine, la regalò a me. Io stesso l’ho fatta restaurare riportandola all’antico splendore e, dopo averla posta in bella vista nella mia casa di Brignano, da sempre me ne vanto con gli amici, invitandoli ad ammirarla in ogni possibile occasione.”
Alla fine del racconto, uno degli allievi più attenti domanda al professore: “Da quando la cosiddetta sedia infame ha lasciato il castello ed è finita nella sua famiglia ci sono stati dei fenomeni malefici attribuibili a questo misterioso oggetto e riguardanti persone della sua stirpe?”
“Certo che no! Mio nonno non era superstizioso, non lo era mio padre, e nemmeno io lo sono, infatti nessuno di noi ha mai creduto alle storielle di mala sorte legate agli oggetti. Volendo, invece, dare una base di realtà alle dicerie, ciò può significare che la mia famiglia non ha mai generato persone cattive o di malaffare. Fidandosi della razionalità della mente ci si capacità facilmente che la sfortuna è cieca, viaggia in piena libertà ed è del tutto improbabile che si leghi in eterno a un oggetto particolare. Infine… osservando alcune cautele nel maneggiare quella sedia, vi assicuro che a nessuno può capitare nulla di male…”
“Quali cautele avete preso?”
“Su quella sedia – molto intelligentemente – non ci siamo mai seduti sopra… Ahahahah! L’abbiamo considerata sempre e soltanto un oggetto d’arredamento per impreziosire la nostra biblioteca e niente di più. Solo un idiota potrebbe usare un oggetto così antico e di così grande valore storico come semplice sedia o scaletto…”
“Scaletto?”
“Perdonate la dimenticanza. Anche se può sembrare strano conciliare due usi così diversi di questa sedia, dovete sapere che con semplici manovre, essa può diventare uno scaletto a cinque gradini. Sul lato destro della sedia, infatti, opportunamente nascosto, c’è un gancio in ferro che tiene solidamente insieme le due differenti parti della struttura. Sollevando quel gancio, la spalliera la si può ruotare all’indietro, et voilà, ecco la sedia trasformata in scaletta per uso domestico.”
“Semplicemente geniale!” dicono in coro gli studenti, affascinati dal racconto del professore Scalogna. Alcuni, a voce alta, aggiungono: “Solo gli artigiani di una volta sapevano il fatto loro!”
Qualcun altro, accanito lettore di Dylan Dog, l’indagatore degli incubi e del mistero, è convinto che prima o poi la maledizione della sedia infame colpirà ancora.
Prima di concludere la visita guidata al castello il professore raccomanda ai suoi allievi: “Sono tre i fattori che rendono pericolosa quest’antica sedia: primo, l’impagliatura in vimini del piano di seduta col tempo perde elasticità e forza di tenuta, secondo, il legno negli anni si può tarlare, seccare e diventare fragile come vetro, terzo – cosa importantissima – occorre ricordarsi, prima dell’uso, di fissare i ganci metallici che rendo solidali le due distinte parti della struttura, altrimenti un incidente dagli effetti disastrosi è più che probabile… Con queste conoscenze e con un minimo di sale in zucca… e, soprattutto, avendo la coscienza a posto, l’uso della sedia o dello scaletto è ultra sicuro e non c’è maledizione divina che tenga.”
Epilogo
Brignano Gera d’Adda, lunedì 25 Febbraio 2013, sull’Eco di Bergamo si legge:
“Al pronto soccorso di Caravaggio, zoppicando su una gamba e con l’osso omerale della spalla di sinistra fratturato in più punti, ieri si è presentato un uomo sui settant’anni in evidente stato confusionale, strillando a pieni polmoni: “Maledetta e infame sedia!”. L’Ing. Nicola Losito, così ha detto di chiamarsi l’uomo, abitante a Milano ma che di solito passa i weekend a Brignano Gera d’Adda nella sua casa di campagna, prima di essere ricoverato e sottoposto a intervento chirurgico, ha dichiarato al medico di guardia che è stata tutta colpa del professor Scalogna se ora si trova in queste tragiche condizioni. Il suddetto professore, così ci è stato riferito, per qualche ragione ancora sconosciuta, aveva invitato l’ingegner Losito a salire su una preziosa sedia scaletto appartenuta in passato – così dice una leggenda locale – all’Innominato di manzoniana memoria.
Di quali efferate colpe si sarà mai macchiato lo sfortunato ingegnere per essere incappato in un così devastante incidente? Dalla moglie abbiamo saputo che ultimamente l’Ing. Losito, pensionato di lusso, scrive per hobby racconti e romanzi e tiene un blog in Rete. Noi giornalisti dell’Eco crediamo che annoiare la gente con le proprie paranoie sia cosa condannabile, ma non così tanto da dover scomodare la Giustizia Divina… Sulla stranezza e gravità dell’accaduto stanno indagando con solerzia la polizia locale e l’Istituto delle Belle Arti. Persino Dylan Dog, il detective dell’assurdo, pare interessato alla faccenda… ”
Fine… ?
P.S.
Le foto del castello sono state estratte dal sito del Comune di Brignano Gera d’Adda. Le foto della sedia infame sono di mia proprietà. Cenni storiografici, ove non si tratti di pura invenzione letteraria, sono ricavati dall’opera citata di Monsignor Donini (1874-1947), famoso e combattivo sacerdote brignanese. Il disegno di Dylan Dog dovrebbe essere di Angelo Stano mentre Tiziano Sclavi è il creatore del personaggio.
Nicola… in via di guarigione e sempre combattivo!