Dimenticavo: se bazzicate in orari mattutini sulla rossa, vi sarà capitato di imbattervi nella nota interprete di pop latino-americano che gira con microfono, lettore mp3 di basi e amplificatore e che propone un repertorio di classici che va da ballad del calibro”My Way” a “Roberta” di Peppino Di Capri, e a dir la verità non capisco in che lingua li canti, sicuramente spagnolo ma con passaggi in italiano. Un altro cavallo di battaglia è “O sole mio”, ma il massimo lo raggiunge a mio parere nella versione tra la beguine e la bachata di “Che sarà” e che non so perché ma confondo spesso con “La prima cosa bella”, e tutte le volte che sento o l’una o l’altra mi vengono in mente i Ricchi e Poveri ma prima dei tormentoni commerciali e del revival trash e dei dissidi interni, ovvero nel loro periodo di massimo splendore e di amicizia – quindi in quartetto – mentre cantano sul palco del Festival di Sanremo e la voce solista è coperta dal controcanto e le riposte degli altri tre. Ma tornando alla nostra artista di metro, stamane è successa una cosa stranissima. In poco meno di un’ora l’ho incrociata due volte in due viaggi diversi, lei davanti alle porte e il vagone stracolmo di visitatori del Salone del Mobile inferociti per l’ingombro della sua strumentazione che impediva l’entrata e l’uscita. Nonostante la palese ostilità del pubblico non pagante, ha condotto il suo show sempre con il sorriso sulle labbra. E la prima volta sono sceso alla fermata mentre lei era nel pieno della strofa di quella canzone lì, e quando sono salito, al ritorno, la stava cantando ancora, anzi, di nuovo. E mi sono allontanato un po’, ma non perché avevo già goduto dello spettacolo all’andata e volevo lasciare il posto in prima fila ad altri, ma solo perché ho visto uno che mi sembrava di conoscere ma che poi no. Comunque tra “Che sarà” e “La prima cosa bella” preferisco ampiamente la seconda.
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