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La sepsi uccide più dell’infarto. Ma cos’è?

Creato il 15 settembre 2015 da Abcsalute @ABCsalute
Sepsi
Sepsi - Shutterstock.com
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Il 13 settembre ricorre la Giornata Mondiale della sepsi, un evento per diffondere la conoscenza di una malattia di cui si sa poco anche se è la causa di numerose morti ogni anno, più di quante ne faccia l’infarto: in Italia, circa 60 mila persone all’anno muoiono di sepsi. Ma cos’è la sepsi?

La sepsi o setticemia, è un’infiammazione acuta diffusa in tutto l’organismo, e si manifesta come reazione esagerata delle difese immunitarie alle sostanze chimiche usate per curare un’infezione.

La SIRS – Risposta Infiammatoria Sistemica – crea trombi microscopici che impediscono di far fluire ossigeno e sostanze nutritive a tutti gli organi. Per questo, se non si interviene in tempi rapidi, i microrganismi responsabili dell’infiammazione possono raggiungere organi vitali – cuore, polmone e cervello – causando il decesso del paziente.

La sepsi può colpire chiunque e soprattutto bambini, anziani e malati, le fasce più esposte al rischio perché, in genere, hanno un sistema immunitario debole o compromesso dall’assunzione cronica di determinati medicinali.  Questo spiega anche perché di sepsi ci si ammala spesso in ospedale con un tasso di mortalità pari a circa il 40-60% dei casi, quando l’applicazione di certe terapie possono diventare veicolo per i batteri di entrare nel corpo del paziente.
La causa principale della setticemia è quindi la resistenza dei batteri agli antibiotici e la scarsa igiene che favorisce il loro proliferare.

Sintomi, prevenzione e terapia della sepsi

La setticemia si riconosce da febbre alta oltre i 38,5°C che persiste per 24-48 ore, battito cardiaco maggiore di 60 battiti al minuto, respirazione accelerata con oltre 20 respiri al minuto e presenza di infezione diagnosticata. Nei bambini, possono esserci anche mal di testa, vomito e sonnolenza.

Si tratta di sintomi aspecifici difficili da ricondurre alla sepsi ma, se riconosciuti in tempi rapidi, permettono di guarisce con una terapia antibiotica da seguire a casa altrimenti, al peggiorare dei sintomi è necessario recarsi al più presto dal proprio medico o in ospedale per ricevere un’assistenza mirata.

La più efficace misura preventiva contro la sepsi è l’igiene, soprattutto lavare le mani che sono il principale veicolo di infezioni sia lievi come il raffreddore che potenzialmente gravi e letali come la setticemia. Lavare le mani, infatti, riduce il rischio di contrarre la malattia nelle strutture sanitarie, e almeno il 20% dei casi di sepsi può essere evitata attraverso il rigoroso rispetto delle norme igieniche.

Le malattie del sistema immunitario sono tante: leggi i nostri editoriali di immunologia per conoscerle e sapere come prevenirle.


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