La serata con PAOLO ALBANI

Creato il 17 gennaio 2013 da Caffeletterariolugo

Una divertente serata quella di ieri sera mercoledì 16 gennaio a Caffè Letterario con lo scrittore Paolo Albani che ha presentato il suo libro “I mattoidi italiani” edito da Quodlibet. A fare gli onori di casa, sul palco di Caffè Letterario, insieme all’autore, c’erano il curatore della nostra rassegna letteraria, Marco Sangiorgi e lo scrittore e artista Gian Ruggero Manzoni. “I mattoidi italiani” di Paolo Albani è un rigoglioso catalogo stilato nel grande opificio del tempo perso, e opificio non è parola a caso, essendo l’autore membro dell’Oplepo (Opificio di Letteratura Potenziale, erede dell’Oulipo) e appassionato di anomali, eterocliti, stravaganti, folli letterari, nonché, lui in proprio, poeta visivo e ossessionato ordinatore. Come da un rigattiere del buon senso che fu, abbiamo assistito a un crescendo di incursioni rapinose in ogni branca del sapere. Teorie meccaniche della circolazione del sangue, strumenti per controllare il fluido etereo, prove dell’esistenza dei giganti, smacchinazioni nel processo di causa-effetto o piani per la Pace Universale Perpetua. Idee sacrosante come il contratto di matrimonio che scade e si rinnova ogni anno, soluzioni a problemi come la quadratura del cerchio, sedute spiritiche con Nietzsche, cure per la grave malattia della Jattura, con un effetto moltiplicativo che imita l’incontenibile sete, la coazione a saltare a pié pari i limiti ingiusti del conosciuto. "Vi sono tre soli rimedi per i mali d'amore: fuggire, distrarsi, studiare; odia la tua carne e le sue schifose voglie, combatti con tutti i mezzi per mantenerti puro, perchè la purezza facilita l'evoluzione dell'anima; non rendere i piaceri carnali l'unico scopo della tua esistenza, altrimenti diverrai schifoso più di un gatto e di un cane; [...] recati a letto stracarico di sonno e non guardarti nudo; non bere vino, non recarti al cinema, non guardare le gambe delle fanciulle perchè proprio dal basso sorgono i desideri ignobili, e vivi sulle vette dei monti anche se da quelle altezze solitamente ti sembrerà di scorgere rosate parvenze di donne nude fra albero e albero". da "Misticateismo. Religione realista dei tempi nuovi" di Giovanni Tummolo (1934)

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