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L’incontro, condotto dal curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi, ha ripercorso, attraverso il libro di Corrias, la vita e le opere di Bianciardi che a distanza di quarant’anni dalla sua morte, non possono non colpire ancora per l’acume e la lungimiranza nell’aver intuito con largo anticipo molti degli effetti deleteri e stranianti del consumismo. Non a caso le pagine più belle di Bianciardi nascono in quel periodo di boom economico, a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta, in cui un’Italia povera e contadina si trasformava velocemente in una società industriale, trasformando, nel bene e nel male, la concezione e la conduzione dell’esistenza degli italiani. ”La gente che corre, che si dibatte, che ti ignora, che deve arrivare” perde la propria identità per non perdere il passo in questa corsa che conduce forse soltanto “a pagare la tratta che scade”; sono tutti “stirati, con gli occhi della febbre, dimentichi di tutto tranne che dei soldi che ci vogliono ogni giorno, e che servono soltanto quanto basta per stare in piedi, per lavorare, trottare ancora, e fare altri soldi. Un giro vizioso. E la tragedia sta proprio nel fatto che di questo loro non si avvedono, che si ritengono privilegiati”. Quella ribellione e quel rancore ironico e beffardo, così evidenti e decisivi nelle pagine di Bianciardi, saranno poi quegli stessi elementi che lo spingeranno, nonostante il successo di critica e di pubblico di romanzi come “La vita agra” ad un progressivo isolamento che lo porterà a morire solo e alcolizzato non ancora cinquantenne.“È aumentata la produzione lorda e netta, il reddito nazionale cumulativo e pro capite, l'occupazione assoluta e relativa, il numero dello auto in circolazione e degli elettrodomestici in funzione, la tariffa delle ragazze squillo, la paga oraria, il biglietto del tram e il totale dei circolanti su detto mezzo, il consumo del pollame, il tasso di sconto, l'età media, la statura media, la valetudinarietà media, la produttività media e la media oraria al giro d'Italia. Tutto quello che c'è di medio è aumentato, dicono contenti. e quelli che lo negano propongono però anche loro di fare aumentare, e non a chiacchiere, le medie; il prelievo fiscale medio, la scuola media e i ceti medi. Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l'automobile l'avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l'asciugacapelli, il bidet e l'acqua calda. A tutti. Purché tutti lavorino, purché siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanarsi l'un con l'altro dalla mattina alla sera.Io mi oppongo.”
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