Alessandra Di Pietro, scrittrice racconta nella postfazione di quando rubò un giornaletto porno a suo zio, a dieci anni (“imparo cinque parolacce, osservo tre posizioni di accoppiamento, di cui una affollata, scopro che il senso del gusto è versatile”): cominciò lì il viaggio esaltante, disastroso, in questa forza misteriosa, che non è facile raccontare anche dentro tutta la libertà del mondo. Lei lo fa, contro ad ogni morale per un magnifico intento libertario, in modo allegro sottraendosi anche a quella odiosa e antierotica dittatura della perfezione fasulla, la necessità di essere giovani, siliconate, perfette, levigate perfino dove si sfilano le mutande.
La cosa più importante, scrive Alessandra Di Pietro , è onorare se stesse. E la via per onorarsi non passa necessariamente attraverso indignazione, arrabbiature, feroci incazzature, lamentazioni, anatemi, disgusti e lacrime, ma presuppone almeno un sorriso (a volte urla potenti di gioia liberatoria, meglio se con le finestre chiuse: Godooo!).
“Sarà vero che le donne vogliono le quote rosa in politica ma molte si accontenterebbero di avere un orgasmo a settimana”, e quindi anche gli uomini devono leggere questo libro rosa e farsi qualche domanda, prepararsi alla rivoluzione. “Ho dato confidenza a persone meravigliose e a grandissimi stronzi, preso due taglie e partorito due figli, saltato innumerevoli notti per allattarli pareggiando quelle che nella precedente vita da single avevo fatto in bianco per ballare, dire scemenze, godere o piangere”. E’ la vita, e poiché “Godete!” è senza fine, e riguarda molte cose che stanno in cielo e in terra, è bello conoscerle con questo spirito gioioso, rifiutando sempre, e senza indignazione, di stare alle regole.
Sinceramente non l'ho letto e non lo leggerò. Presumo di sapere bene ciò che la Di Pietro ha scritto in quel libro. Sono una donna sincera , prima di tutto con me stessa, e amo la sincerità anche se ferisce, se viene equivocata o non capita. Ho sempre sostenuto che pochi eletti conoscono la sessualità femminile. Uno studio di testi orientali sul sesso tantrico e sul Tao femminile, che feci negli anni ottanta, mi diedero conferma che quello che avvertivo non era una "anormalità" ( la definì il medico), ma una conoscenza che il maschilismo religioso ( ama il tuo prossimo come te stesso, ma la donna No) aveva tenuto ben nascosta per poter primeggiare con un patriarcato che dura da millenni, tenendo la sessulità femminile nel medio evo. Non è passato tanto tempo da quando faceva parte del corredo femminile un camicione da notte con uno sportellino davanti alla "sala giochi maschile" con su ricamato "Non lo fò per piacer mio ma per dare figli a Dio" come se Dio avesse fatto un errore nel crearci con una parte del nostro corpo capace di godere. L'ignoranza ormai non la fa più da padrona ma nessuna donna ha il coraggio di ammettere la verità sulla sua sessualità. Vorrei parlarvene ma non voglio imporre nulla a nessuno. Quindi ho deciso di fare qualche ricerca e postarvela qui al di la del "continua a leggere" se vorrai lo cliccherai altrimenti, caro lettore o lettrice, non cliccare. Non cè nessuna immagine sconcia nè contenuti per adulti nè scritti imperativi ( come il titolo del libro della Di Pietro), ci sono solo verità.....
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