Entro quali cardini poter costruire un'Europa differente sotto le travi portanti di sviluppo sociale e sostenibilità economico-finanziaria?
Troppi sono i punti di vista divergenti, molti sono gli interessi nazionali che non riescono a trovare sintesi in un dibattito sempre più muscolare fra socialisti, popolari, euroscettici ed euro-disintegratori; al confronto spesso molto duro sono stati fatti seguire piani di rilancio economico che, in molte componenti, sembra( va)no ricalcare in carta-carbone misure precedentemente promesse e mai ( o mal) attuate fino in fondo ( cfr. piano Juncker).
Internamente a questa crisi e nel contorno di questo quadro, purtroppo, vi sono Paesi che hanno e stanno soffrendo sempre più le conseguenze ( dirette ed indirette) di un certo modo di ( dis)fare politica: l'esempio che è divenuto testimonianza più acclarata del perpetuarsi di questi fenomeni è dato dalla Grecia, Stato europeo che più di ogni altro è stato portato tristemente agli ' onori' delle cronache.
La sintesi di quello scontro muscolare di cui sopra ha finito per generare una visione di austerità aspra e vincolante, soprattutto per normative tanto stringenti quanto estremamente poco conosciute alle moltitudini di persone costrette a viverne disagi e/o a subirne conseguenze.
L'impatto delle politiche di austerità per la Grecia è stato, sotto molti punti di vista afferenti ad economia e società reali, semplicemente devastante.
Osservando ancora una volta il contesto greco, è possibile fare riferimento alle battaglie promosse nel contesto nazionale dal Governo di Alexis Tsipras, leader di Syriza ( oltre al metodo democratico che lo ha condotto al potere). A questo proposito si pone inevitabile riferimento, pertanto, al confronto tanto aspro quanto forse aspramente diplomatico che è stato intavolato nelle recenti trattative con le ' istituzioni' europee; il riferimento a non meglio precisate 'istituzioni' nient'altro è che un tanto orwelliano quanto semplice riciclo della ben più nota ( e temuta) troika.
Quali sono stati i passi che hanno condotto lo Stato greco verso questo baratro da cui cerca di difendersi tutt'ora?
Sono state rilevate colpe solo di matrice continentale? Possono essere altresì individuate anche ulteriori ragioni, legate ad un'insostenibilità economica già pre-esistente e ad una crisi politica di stampo assai rilevante?
Tale battaglia deve per forza di cose essere condotta su un piano di diplomazie e burocrazie alle volte sferzanti, lente e macchinose. Nonostante simili ostacoli, però, è necessario portare a termine una missione per ( cercare di) restituire sostenibilità e maggiori sicurezze sociali ad una popolazione distrutta e sfibrata all'insegna di disparità sociali sempre più evidenti e tangibili:
Alla luce di una situazione tanto drammatica, però, l'ultima speranza per un quadro di 'europeismo sostenibile' è affidata proprio a Syriza:
"[...] E' questa la Grecia che vede in Syriza, la coalizione della Sinistra Radicale guidata da Tsipras, l'unica speranza di riscatto e dignità. Una sfida verso l'Unione Europea, condotta con le armi della democrazia, in favore dell'Europa e della sua economia reale. Ma anche una sfida alla vecchia classe politica, crollata sotto il peso delle sue responsabilità. Senza retorica né giri di parole Alexis Tsipras spiega all'autore i suoi sogni e i suoi progetti per uscire dalla crisi. Perché è sicuro che la Grecia non sarà espulsa dall'Eurozona, come il cambiamento ad Atene porterà al rinnovamento dell'Europa, come le forze liberiste saranno costrette ad arretrare. Un impetuoso tentativo di ricreare una sinistra moderna ma con profonde radici nel Paese. [...]"
La missione più difficile è affidata, pertanto, sulle spalle e sulla credibilità del leader politico di Syriza.
Sotto punto di vista, pertanto, dovrebbe risultare doppiamente importante raccogliere o quantomeno ascoltare con un punto di vista fortemente costruttivo la sfida posta all'attenzione continentale dallo schieramento di Tsipras. E' possibile ( cercare di) rendere giusto tributo e merito alla battaglia che tutti dovrebbero percepire come importante ed imponente ricorrendo alle parole di seguito riportate:
Senza possibilità di ritorno e/o rimedio alcuna. Sia dunque reso possibile un ascolto, una anche banale forma di continua ricerca di autocritica su elementi che stanno conducendo un continente intero in un punto di minima estenuante. La necessità di valutare con occhio tanto critico quanto propositivo il presente percorso appare chiara anche allo stesso Alexis Tsipras, il quale sa di non poter avere dosi di credibilità eccessive visti i tempi attuali:
Potremmo anche trovarla, una via d'uscita. Si tratta di parlare al condizionale, non certo ad un futuro che ad oggi non vede nulla di definitivo e chiaro. Nonostante questo e tutte le ulteriori possibili incertezze, la sfida di Tsipras è una missione che deve essere quantomeno ascoltata e compresa da tutti.
Scettici e/o sostenitori, poco importa.
E' la posta in gioco ad essere altissima, non certo solamente per la Grecia.