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La sfiga e il 110 polivalente

Creato il 27 gennaio 2012 da Kris @zinfok
La sfiga e il 110 polivalente
Una enorme polemica sta attraversando il web: il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Martone, si è espresso in modo alquanto stupido e inutilmente provocatorio verso quegli universitari che alla stregua dei 28 anni non hanno "conquistato" l'agognato titolo di studi. Per quanto il concetto chiave possa essere condivisibile, dal momento in cui in molti utilizzano l'università come passatempo e perditempo; il ministro avrebbe dovuto esprimersi in modo meno plateale e più dettagliato.
Infatti, dopo lo scoppio della polemica ha esplicitato il suo pensiero:
«Ho scelto la parola sbagliata, ma va detta la verità. Chi si laurea dopo i 28 anni, avrà difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro». (Sole 24 Ore)
Come dargli torto? E' un fenomeno, quello da lui descritto, molto attuale che dovrebbe essere in qualche modo cambiato e regolato. In molti "alloggiano" all'università senza motivazioni serie e il fatto che tanti studenti abbiano solamente assimilato la parte superficiale di questo pensiero, la dice lunga su un mondo che va assolutamente riformato in modo radicale.
Correlato a questo argomento è la volontà, da parte de governo, di creare un organismo che valuti il valore specifico dei diplomi di laurea ossia la qualità, la serietà, il prestigio accademico dell’università che lo ha rilasciato. Non è mai stato un segreto che certe facoltà siano più prestigiose di altre, ma il problema sta' a monte: tutte le università dovrebbere offrire un'istruzione adeguata e qualificata e non dovrebbero esserci atenei di serie A o di serie B (il fatto che esista questa classificazione dipende anche dalla retta che certi atenei si fanno pagare per offrire certi servizi: più paghi più la tua formazione è qualificata). Abbiamo realmente bisogno che il mondo universitario venga riformato per una equità maggiore. In più, a mio avviso, il voto a volte non serve a qualificare le capacità del singolo individuo: l'atto pratico è quello che davvero fa la differenze. Quindi bisognerebbe approfondire la questione e cercare di offrire a tutti lo stesso livello di formazione per creare più competitività e una formazione altamente qualificata.

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