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La politica della primarie ,così la possiamo definire, l’ultima trovata della casta, che nell’ultimo periodo sotto la pressione della crisi economica, dello scadimento del sistema sociale, delle ruberie, riesce ancora una volta a far uscire dal cilindro magico tutta una serie di promesse di cambiamento. I dati del 25 novembre sembrano però non validare questa ipotesi e la rottamazione di Renzi cade sotto l’onta della parvenza democratica del popolo di sinistra. Dietro le quinte del perbenismo Italiano si affacciano però i venti di Indipendentismo dalla Scozia e dalla Catalogna, territori Europei che hanno acquisito una vera coscienza di cambiamento radicale. Un parallelismo con le primarie che ci pone proprio oggi, 25 Novembre 2012, di fronte a scelte importanti fatte democraticamente da altri cittadini europei ,forse diversi, che hanno capito che il centralismo non porta ad uno sviluppo economico e sociale collegato alle potenzialità del loro territori(Catalogna). Una scelta di elezioni anticipate quella della Catalogna che nasce dietro l’angolo di una voglia di indipendentismo voluta dal presidente Artur Mas che negli ultimi exit pool della serata di oggi, lo vedono in calo di cinque seggi 57 rispetto ai precedenti 62 ma l’exploit è quello della voglia di Indipendentismo della Sinistra “Esquerra Republicana de Catalunya” che sarà il secondo partito in parlamento. Obbiettivo quello di proporre un referendum sull’autodeterminazione della regione Catalana con una dichiarazione democratica di indipendenza da Madrid. Ad alimentare il fuoco della rivolta popolare il tasso di disoccupazione altissimo,la povertà,lo scadimento della condizione sociale, la Catalogna soffre perchè rappresenta il 20% di tutto il Pil Spagnolo ma non riceve in cambio niente dallo stato centrale, solo tasse. Un percorso che sarà sicuramente fattibile alla luce delle ultime elezioni e della volontà di tutti di essere nazione all’interno dell’unione europea. Tutti si chiedono se la catalogna possa rappresentare anche l’apertura per altre indipendenze. La Sicilia è una di quelle regioni che potrebbe sperare il salto di qualità ha uno statuto simile alla Catalogna con una valenza addirittura maggiore dovuta ad una norma pattizia con il regno D’Italia e con la norma costituzionale. Ma il valore aggiunto è rappresentato dal mare, dalla posizione strategica nel mediterraneo , dalle risorse energetiche e turistiche che oggi rappresentano il grande valore mai gratificato da una vera ricchezza per l’Isola. Il Canepa Comunista del dopoguerra avrebbe già fatto la sua scelta, i siciliani di oggi, invece, preferiscono aspettare la fine del mondo. Di Cirignotta Maurizio
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