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La signora "Tutto io" /Chewin gum e parole / Griot di "casa nostra"

Creato il 22 settembre 2012 da Marianna06

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C’era una volta una donna, che non era più tanto giovane ma che era ancora piacente, che abitava un paese lontano, costellato di fiori di loto e di teatri di posa ( così , almeno ,apparivano al visitatore occasionale  le “sue” abitazioni), nel quale gli abitanti avevano il vizietto di “spararla”, a gara, tutte le volte che  s’incontravano, ciascuno sempre più grossa dell’altro.

E la “nostra” signora, alla quale il mitico Narciso, poverino, avrebbe potuto fare semplicemente un baffo con” l’amor sui”, aveva proprio deciso di battere di larga misura tutti i suoi compaesani.

“Io sono bella”-diceva spesso all’amica del cuore mentre l’altra “rosicava”.

E lo faceva ,alzando il tono della voce perché in strada,  specie i passanti, udissero  e nel mentre non trascurava di passare sulle labbra un po’ avvizzite l’ennesimo “filo” di rossetto e sfoderare un “sorriso” di circostanza.

“Io sono intelligente”-sottolineava all’occasione.

 E lì a mostrare a tutti,ma proprio a tutti, anche al malcapitato che non volesse, attestati ingialliti e libri  polverosi nella biblioteca di casa.

“Io sono sana”-ripeteva all’occasione a chi avesse la pazienza d’ascoltarla.

 E giù, nella strada  ( mattina, pomeriggio e sera) a passeggiare, a passo  sostenuto,anche sudaticcia e sfinita, con il “suo” levriero afghano, che il vicinato, a suo dire, le invidiava per eleganza unica e raffinata della razza.

“Io sono ricca”-si diceva (ma questo lo faceva cauta e sottovoce) e apriva armadi e cassetti per coccolare, con gli occhi cupidi e mai paghi, gli ultimi capi acquistati o i “cosiddetti” gioielli ,che lei diceva essere di famiglia (noblesse oblige).

Qualche volta,piuttosto raramente a dire il vero, condivideva questo”piacere” con le amiche anche perché non le dispiaceva che facessero il passa-parola.

“Io sono sexy e piaccio ancora agli uomini”- affermava, guardandosi allo specchio (bugiardissimo lui !!!)  dove di solito, all’alba e al tramonto, si soffermava a fare  la “conta” delle rughe.

Un bel giorno d’estate, però, il paese della “signora Tutto io” e delle indomabili pettegole, le amiche sue, fu invaso (e non si sa come) da uno sciame d’insetti “sconosciuti”, che qualcuno aveva azzardato venissero addirittura dal paese di Atlantide.

Sì, proprio  quello di cui  non si sa come e perché abbia fatto a scomparire migliaia di anni fa.

E in una delle sue passeggiate sul ponticello del laghetto per ammirare i fiori di loto, la signora “Tutto io” , un bel giorno, fu punta, inaspettatamente, e per giunta in viso ( il “suo” bel visino di biscuit !!!) da un “misterioso” insetto.

All’istante la malcapitata principiò a gonfiarsi dal viso in tutto il resto del corpo.

E, terrorizzata, proprio non si capacitava dell’accaduto.

Ma non c’era niente da fare.

Più trascorrevano i minuti  e più la donna assomigliava a una grossa sfera arrossata e picchiettata di piccoli pois.

Quello che noi diremmo,appunto,"pallone gonfiato”.

Non c’era distinzione tra capo, busto, arti.

E sulla via del ritorno, rotolando in discesa verso casa,all’improvviso, una folata di vento, più violenta delle altre,  sollevò di peso  la “sfera”,cioé ciò che era diventata la signora “Tutto io”, e roteando, la fece volare via oltre la linea d’orizzonte di quel tramonto infuocato,che tante volte ella aveva avuto modo d’ammirare, sdilinquita, nei quadri di un celebre pittore di provincia, suo sodale.

E di lei poi, nel tempo, non si seppe più nulla.

 

   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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Una storia dei nostri giorni m i ha fatto sorridere...speriamo che qualcuno impari ;))