Peccato che nel frattempo si siano installati anche 475.000 MW a carbone, con una emissione di CO2 stimata al 2050, in oltre 55 miliardi di tonnellate. Esiste oggi la possibilità che le rinnovabili crescano alla velocità necessaria per affermarsi sia nei Paesi sviluppati (rimpiazzando vecchi impianti) che nei Paesi in Via di sviluppo. Ma è una finestra che rischia di chiudersi nei prossimi pochi anni. Per questo servono – e subito - buone politiche energetiche e obiettivi vincolanti di emissioni di CO2.
Il rapporto [The Silent Energy [R]evolution] descrive quel che è successo nel mercato globale dell’energia degli ultimi 40 anni, e quel che potrebbe succedere nei prossimi 40 grazie alle rinnovabili. Mostra, ad esempio, come il settore nucleare abbia avuto un effimero successo dagli anni 70 a metà degli anni 80, con un successivo declino. Descrive anche come, negli anni 90, l’intero settore energetico abbia vissuto una serie di cambiamenti: mentre si attuava una progressiva liberalizzazione del mercato nei Paesi OCSE, la domanda di energia non si allineava alla crescita degli anni precedenti, facendo diminuire la costruzione di nuovi impianti. In particolare, è diminuita la costruzione di centrali costose, come quelle nucleari e a carbone. A tutto vantaggio del gas. (vedi foto 1)
Anche nei Paesi in Via di Sviluppo, soprattutto in Asia, una generalizzata liberalizzazione ha portato all’affermarsi del gas. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, la Cina ha puntato sul carbone per affermare il suo sviluppo. Escludendo la Cina, è evidente un declino del carbone dalla fine degli anni 90 e l’affermarsi, oltre al gas, delle rinnovabili, in particolare dell’eolico. (vedi foto 2)
Nell’Unione Europea, la liberalizzazione del mercato è stata avviata nel 1997. Da allora, la quota di carbone e nucleare è stata ben al di sotto del 10%, con crescenti investimenti nel gas e un significativo incremento delle rinnovabili, in particolare del solare fotovoltaico e dell’eolico, grazie a obiettivi legalmente vincolanti per lo sviluppo delle energie pulite. Nel complesso, si è assistito a un notevole aumento della nuova capacità installata, dovuta alla necessità di rimpiazzare impianti datati. (vedi foto 3)
In Italia, se possibile, la tendenza è ancora più marcata. Dal 2004 si è assistito a una “esplosione” degli impianti a gas, mentre nel 2009 e 2010 sono le rinnovabili (solare fotovoltaico, eolico e, in minor misura, biomasse) a dominare la scena. (vedi foto 4)
Quale futuro per la Rivoluzione Energetica?
I prossimi anni saranno decisivi per l’affermarsi di un sistema energetico basato al 100% sulle rinnovabili. Da sette anni, Greenpeace, l’European Renewable Energy Council (EREC) e l’Agenzia Spaziale della Germania (DLR) pubblicano scenari energetici globali, regionali e nazionali, nei rapporti “Energy [R]evolution”. La prima edizione dello scenario globale, del 2007, immaginava una capacità globale di rinnovabili di 156 GW al 2010: nella realtà, già solo l’eolico aveva superato tale capacità, nel 2009. È chiaro che la Rivoluzione Energetica è già cominciata, con un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici.
Nello SRREN (Special Report on Renewable Energy adottato dall’International Panel on Climate Change - IPCC ), i tre scenari di mitigazione sono confrontati con lo scenario base, il World Energy Outlook 2009 della International Energy Agency (IEA), per inserire il potenziale di sviluppo delle rinnovabili nel contesto del potenziale tecnico delle singole regioni e a livello globale. Dal confronto risulta che un mero 2% del potenziale tecnico delle rinnovabili è sufficiente per arrivare ad una quota di energia da rinnovabili del 77%, al 2050. Con lo scenario Energy [R]evolution, questa quota arriva al 95%. In conclusione, non esistono barriere né di tipo tecnico né tantomeno economiche per giungere a una fornitura energetica basata sulle rinnovabili a livello globale. L’unica barriera è quella delle politiche energetiche. (vedi foto 5)
Rapporto a cura di Greenpeace.