Bene fa Adelphi a riproporre ai lettori, nella collana gli Adelphi, La Sinagoga degli iconoclasti del geniale J. Rodolfo Wilcock. Se la letteratura, in particolare quella che si orienta alla scoperta del romanzo universo, di quel romanzo che cerca cioè di contenere in sé e con sé, tutte le storie del mondo, ha la funzione non solo di creare storie, ma anche quella di trasfigurare se stessa in storia primaria, in luogo senza tempo, dove le regole del cosmo si piegano alle regole di un demiurgo che non solo racconta ma che è tutte le parole del mondo, allora La sinagoga degli iconoclasti diventa libro fondamentale, faro, guida imprescindibile. E come non ascoltare in questo libro gli echi di Borges e di tutti coloro i quali, con lui e prima di lui, si sono increati per mezzo di una vera e propria affascinante mimesi con il narrare del mondo. E come non comprendere che altri, dopo il grande aedo argentino, hanno metabolizzato nel loro divenire narrante e narrato queste sezioni di universi esplorati da Wilcock, Bolaňo per esempio, che non fa mistero della sua venerazione per questa opera e che ne riflette le geniali strutture in quella altrettanto geniale tassonomia, al contempo seducente e mostruosa, che è La letteratura nazista in America.
Realtà e finzione si fondono, mappe narrative vengono acutamente descritte, sino al combaciare definitivo con quella mappa dell’impero di borgesiana memoria che è poi la mappa del mondo, di un mondo che forse, nella sua finzione, si appalesa invece come più reale del reale, in un gioco di specchi forse crudele in cui il lettore rimane coinvolto e prigioniero di una affabulazione che si trasfigura da narrazione in strumento, in chiave che apre porte sconosciute che conducono verso orizzonti oscuri e per questo ancor più inebrianti.
Come quel cartografo borgesiano che scopre che la cartina da lui disegnata altro non è se non il ritratto delle sue fattezze, così Wilcock ci conduce per mano alla funambolica scoperta delle nostre stesse anime, anime che rimangono per sempre piacevolmente attonite di fronte alla potenza eterna della parola.
Un libro.
La sinagoga degli iconoclasti, di J. Rodolfo Wilcock (Adelphi).