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La sindrome di Monti

Creato il 19 dicembre 2011 da Albertocapece

La sindrome di MontiLe vicende di questi giorni hanno perlomeno chiarito un equivoco: che una cosa  è l’antiberlusconismo e un’altra ben diversa è essere di sinistra, progressisti o anche socialdemocratici. L’equivoco è evidentemente rimasto sotto pelle molto a lungo nella palude politica italiana, nella mente di molte persone e anche nel maggiore partito di opposizione tenuto insieme non da vicinanza di cultura e prospettive, ma dall’avversione nei confronti del Cavaliere.

Non si spiega diversamente il favore di cui gode il governo Monti che oltre alla manovra del tutto iniqua fatta passare sul rullo di tamburo dell’emergenza, non ha cambiato assolutamente nulla rispetto alle carte in tavola con  Silvio ter o quater. Il ponte di Messina è ancora confermato, le “riforme” della Gelmini sono rimaste ed anzi vengono lodate, l’asta per frequenze televisive è restata in cavalleria, le gigantesche e inutili spese militari sono state mantenute, l’aggressione all’articolo 18 è sempre più in agenda e con le stesse ottuse ragioni, i privilegi della Chiesa sono rimasti intatti, il concordato con la Svizzera per stanare i capitali nascosti è stato immediatamente rifiutato e dulcis in fundo continua il vizio delle liquidazioni d’oro concesse a manager incapaci e/o corrotti: i 5,6 milioni di Guarguaglini insegnano .

Per di più alcuni fedelissimi del cavaliere, come Catricalà e Romani occupano posizioni nevralgiche per gli affari del Cavaliere e mentre non si pensa nemmeno ad affrontare i conflitti di interesse che hanno fatto da sfondo e da sostanza della “comedie berlusconienne”, se ne aggiungono anche altri soprattutto nella persona di Passera che in quanto azionista di Banca Intesa (per quasi 8 milioni di euro) diventa controllore e controllato nelle vicende di Alitalia e l’Ntv di Montezemolo, per non parlare dell’interesse evidente del mondo bancario e assicurativo, presente in forze nel governo per ciò che concerne le modalità con cui si è concretizzata la manovra. Nemmeno si può dire che tutti i personaggi dell’esecutivo siano estranei a certe modalità del berlusconismo: la ministra Severino per esempio è stata fan del cavaliere, è amica intima della moglie di Vespa e due minuti dopo aver giurato ha nominato come consulenti ministeriali i suoi famigli di studio.

Direi che al di là di qualsiasi considerazione sul senso e sull’efficacia della manovra che ha già alzato il livello della recessione attesa per il 2012 da – 0,7 % a -1,5%, non si vede come si possa pensare di aver davvero voltato pagina. Anzi c’è da chiedersi se la democrazia in questo Paese, non abbia ricevuto un ulteriore colpo rispetto alla miseria disperante del berlusconismo: la macelleria sociale e le misure volte sempre verso il basso sono state prese senza che il Parlamento abbia davvero discusso né sulle prospettive che esse comportano, né sulla loro efficacia, né sul ruolo compensativo della Bce: ci limitiano alle lettere intercorse durante l’estate e già messe in soffitta dall’ultimo vertice europeo. E per il resto alle rassicurazioni dell’Alta Carica o del premier.

Ma posso scommetterci che si accontenta non godrà a lungo.


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