13 giugno 2012 di Orazio Motolese Lascia un commento
Exercise is medicine – l’esercizio fisico è medicina. Quasi nessun altro motto ha una così alta giustificazione nella medicina moderna. Insieme a una terapia farmacologica oppure come suo sostituto, l’attività fisica dispiega i suoi molteplici effetti terapeutici sull’organismo, in particolare anche nella sindrome metabolica.
L’attività fisica nella vita quotidiana si è ridotta notevolmente con i cambiamenti dell’ambiente di vita, con le scale mobili, gli ascensori, la motorizzazione crescente, ma anche con l’aumento delle ore passate davanti alla televisione.
Tanto più è importante inserire nella nostra vita quotidiana coscientemente una qualche attività fisica. I benefici dell’attività fisica sull’organismo sono molteplici.
L’aumento del consumo di energie favorisce la degradazione del grasso e quindi dà origine a una riduzione della circonferenza addominale e del peso. Il grasso addominale si riduce. Le conseguenze negative del grasso addominale sul metabolismo quindi diminuiscono. Inoltre viene ricostruita la muscolatura.
Le cellule muscolari consumano più energia a riposo rispetto alle cellule adipose, pertanto, aumentando la massa muscolare, il consumo energetico a riposo (metabolismo basale) aumenta.
Inoltre, la muscolatura rappresenta l’organo principale coinvolto nel metabolismo degli zuccheri. Più muscolatura è presente, più zuccheri possono essere degradati o immagazzinati in questa sede.
Combinando l’aumento della massa muscolare con la normalizzazione della insulinosensibilità, si può ottenere una normalizzazione del livello di insulina e della glicemia.
In molti casi, in questo modo si può contrastare lo sviluppo del diabete mellito.
E ancora, grazie all’attività fisica si può normalizzare il bilancio dei trigliceridi e del colesterolo. Aumentando gli sforzi fisici, i trigliceridi nel sangue diminuiscono, si riduce il colesterolo LDL (quello cattivo) e con alti livelli di allenamento si può anche migliorare il colesterolo HDL (quello buono).
Oltre a questi effetti, l’attività fisica abbassa la resistenza nei vasi sanguigni. Quindi si può ottenere una normalizzazione duratura della pressione alta.
Quindi è accertato che grazie all’attività fisica, tutte le componenti della sindrome metabolica possono venirne influenzate positivamente. Pertanto, accanto all’adeguamento dell’alimentazione, l’aumento dell’attività fisica si pone al centro della terapia della sindrome metabolica.
Quindi, «non ho tempo» non vale come scusa per l’inattività fisica. Anche i costi della palestra, il tempo o la spesa per gli attrezzi sportivi non sono un motivo valido per non muoversi fisicamente.
Quello che conta è sconfiggere il «diavoletto» che è in noi. La miglior cosa sarebbe cominciare subito.
La possibilità più semplice per diventare fisicamente più attivi è quella di integrare il movimento a piccole dosi nella vita quotidiana. Già 10 minuti di movimento attivano il metabolismo. Se durante la giornata riusciamo a mettere insieme 60 minuti, l’effetto è altrettanto valido come quando si svolge una grande unità di movimento.
Un semplice inizio per aumentare il movimento durante la vita di tutti i giorni è percorrere tutti i giorni qualche passo in più. Svolgendo una tipica attività d’ufficio, si compiono durante la giornata soltanto più o meno 3500 passi. Un obiettivo dovrebbe essere quello di aumentare il numero dei passi quotidiani, almeno per 3 giorni alla settimana, portandolo a 10’000 passi (sono circa 6.5 km).
Quando poi si avrà piacere nel muoversi, risulterà meno difficile accettare anche degli ulteriori esercizi di movimento sotto forma di allenamento.