E' singolare che il Papa abbia proferito parola solo in riferimento alla manifestazione che si è tenuta a Roma qualche giorno fa in favore all'accoglienza dei clandestini, la così detta "Giornata mondiale del rifugiato". Difatti all'udienza generale tenuta in Piazza San Pietro qualche giorno prima, il vescovo di Roma aveva esaltato anticipatamente la festa pro-clandestini che si sarebbe tenuta di lì qualche giorno, definendo peccato il non accogliere a braccia aperte questi simpatici invasori. Sarò un peccatore pur io, e a dirvela tutta me ne rallegro. Al contrario, Papa Francesco non ha detto un'acca sul Family Day ugualmente svoltosi a Roma nello stesso giorno della "Giornata mondiale del rifugiato". E' semplicemente assurdo che il sommo pontefice si lasci andare ad esternazioni del tutto banali ed intrise di stupido populismo sull'emergenza immigrazione, dimenticando però di commentare la festa avvenuta a Roma in difesa della famiglia naturale. La Chiesa è da sempre stata al fianco dei bisognosi e degli ultimi, ma ha anche delle radici culturali da salvaguardare. Spiegatelo a Francesco, il Papa dell'altro mondo, quel terzo mondo che pare stargli tanto a cuore più di qualsiasi altra cosa. Del fatto che le esternazioni del Papa fuoriescano dai limiti consentiti dal buonsenso si ha avuto prova quando, durante un volo, egli si è lasciato andare a frasi indecorose sull'attentato a Charlie Hebdo, sostanzialmente giustificando i due fratelli autori del massacro. E' ormai nota la frase "se tu offendi mia madre io ti do un pugno". E' un papa coi paraocchi, multirazziale, pro-clandestini ed islamista convinto.
Altre manifestazioni di questo tipo si sono tenute in giro per il paese, vedi "Fermiamo le stragi" organizzata dalle solite Emergency e Caritas, vedi "Casa dolce casa" tenutasi a Firenze con intervento della Boldrini o addirittura gli eventi riguardanti migranti e rifugiati durati una settimana che la Caritas Ambrosiana ha organizzato a Milano. Quel che mi domando io, rischiando di passare per "gufo" nelle migliori delle ipotesi se non per razzista, è: perché nessuna organizzazione umanitaria, nessuna personalità politica di spicco o di spettacolo, nessun papa proveniente dall'altro mondo, si prende la briga di organizzare un evento per ricordare la situazione incresciosa in cui versano i dodici milioni di italiani poveri? Le famiglie italiane che Del Debbio ci mostra ogni settimana meritano forse meno attenzioni rispetto ai clandestini che invadono le nostre coste? Perché Papa Francesco ha fiato per sostenere i migranti ma non per le famigli italiane che vivono per strada? Addirittura il cardinale Angelo Scola teorizza da anni la bontà del "meticciato culturale", concetto portato avanto a spada tratta dall'ex ministro Kyenge, sostenendo in pratica l'inesistenza delle nostre tradizioni, dei nostri valori cristiani e della nostra cultura millenaria su cui si poggia la società occidentale oggi.
Questo è ciò che sta accadendo: un'invasione perpetua proveniente dall'Africa e dal Medio Oriente che porta con sé la cultura islamica, il tutto accompagnato dalla diminuzione delle nascite in Europa.
Scompariremo entro poco tempo se non ci riscatteremo da questo diabolico piano di sottomissione, mandando al diavolo chi ci darà dei razzisti.