Magazine Cultura
Emanuela Da Ros ha salutato il nuovo millennio con il riconoscimento per un suo lavoro inedito, insignito del Premio Pippi. Abbiamo visto nascere il premio e, come Giannino Stoppani Cooperativa Culturale, lo abbiamo seguito fino alla scorsa edizione. Salutammo con gioia il lavoro di Emanuela, giornalista, direttrice del Quindicinale, lettrice appassionata, da quel giorno anche scrittrice di libri per ragazzi. Ho finito di leggere, in questo momento, il suo nuovo libro, La storia di Marinella. Una bambina del Vajont, pubblicato da Feltrinelli Kids . E' la cronaca di un giorno, un giorno solo, della vita di Marinella, una ragazzina che vive a Longarone. Emanuela Da Ros descrive il suo risveglio, il rapporto con i genitori, le amiche di sempre, un amico nuovo che le fa battere il cuore. Marinella consuma le ore della sua giornata con l'appetito della crescita: tutto vuole fare, in particolar modo ciò che le apre nuove strade di conoscenza e sentimento. E mentre Marinella corre, con le sue gambe lunghe, da un luogo all'altro del paese, gli adulti parlano e guardano in alto. Guardano alle montagne, guardano alla diga alta oltre duecentosessanta metri, guardano ai segnali di una natura che si ribella ad un progetto insano, segnali che molti non hanno voluto vedere. E Marinella continua a correre, rosse le guance e un cuore che batte più forte del solito, Marinella pensa al domani, a Marco, al cagnolino, alla maestra Antonietta. Ma il domani non ci sarà: quella notte, poco prima delle 23, il monte Toc si spacca e in un devastante effetto a catena, roccia, detriti, acqua, fango cancellano i sogni di 1910 vittime. Il nome di Marinella è in quel terribile elenco. La sua vita rivive per noi lettori nella penna attenta di Emanuela Da Ros che, dopo aver scoperto il quaderno di Marinella, conservato nelle teche del Cimitero monumentale di Fortogna, ha deciso di raccontare la sua storia, tristemente legata a quella di una delle più grandi tragedie del nostro paese, in tempo di pace (purtroppo non l'unica). Gli interessi economici legati alla grande diga cancellarono il diritto alla vita. Era il 9 ottobre 1963. Marinella aveva da poco compiuto dieci anni.