Buon anno, amici. Partiamo con il piede giusto. Vogliamo prenderci subito un impegno importante. Offrire il nostro spazio per ri-pubblicare una storia locale di peso, quella della Società Mutuo Soccorso “Unione” di Manesseno. Il volumetto uscì nel 2002, in occasione del centenario dalla fondazione, e recava la firma di Danilo Pedemonte, all’epoca giovanissimo studente universitario, oggi docente di Lettere in forza all’I.C. di Rivarolo, nonché ricercatore di Storia Moderna presso l’Università di Genova. Ora Storia e curiosità dal 1902 al 2002 potrà avere, finalmente, una visibilità in rete, grazie al file originario messoci a disposizione dello stesso Pedemonte e che ci apprestiamo a “ricopiare” sul nostro blog. Siamo pronti? E, allora, partiamo…
Premessa: il diritto e l’aggregazione
Ricostruire la storia di una Società di Mutuo Soccorso significa investire delle energie nella comprensione di un fenomeno che è al contempo giuridico-sociale e umano. Per sua stessa costituzione, infatti, una S.M.S è un’associazione regolata da statuto che si prepone dei fini ben definiti (e dunque un’entità giuridica), all’interno della quale, però, si muovono degli uomini che ne segnano la vicenda e ne rappresentano l’essenza stessa.
Questo breve preambolo per dire che se la norma esiste poiché c’è chi la rispetta e chi la infrange, non c’è statuto che abbia senso se non viene oggettivato dall’azione dell’uomo. Per tale ragione, dunque, mi accingo a trattare la storia della S.M.S. “Unione” di Manesseno muovendomi su un doppio binario: quello del diritto e quello dell’aggregazione, ovvero quello dell’istituzione e quello degli uomini.
Vale la pena in prima istanza soffermarsi sul concetto di S.M.S., raccontandone, in un breve excursus la storia, di modo da poter ritornare poi allo specifico manessenese con maggior coscienza di causa.
Che cos’è una Società di Mutuo Soccorso
Tra la metà del XIX secolo e i primi anni del XX, si assiste alla progressiva formazione di associazioni autogestite dalle classi lavoratrici italiane, che hanno lo scopo di fronteggiare la situazione di disagio sociale dei lavoratori di fronte alla progressiva industrializzazione della società europea e italiana. Il mutualismo rappresenta, infatti, la prima associazione libera da controlli statuali interamente autogestita dalle classi lavoratrici, ed è uno dei primi importanti mattoni posti alle fondamenta dello stato sociale e della coscienza collettiva di classe.
Le S.M.S., ponendosi come obiettivo quello di gestire e incanalare risorse atte all’assistenza e alla previdenza, già nella seconda metà dell’800 anticipano (e in qualche modo influenzano) le linee d’intervento statale (di decenni successive) e garantiscono un certo margine di sicurezza ai lavoratori salariati e alle loro famiglie, prima di allora completamente in balia del destino di fronte a infortuni e malattie.
Tali passi avanti dal punto di vista dell’assistenza e dell’aggregazione ci paiono, guardati da una prospettiva odierna, meno rivoluzionari di quello che sono. In realtà, però, essi hanno il merito enorme di impedire che la vita di alcune famiglie sia legata unicamente al sottile filo della carità e della filantropia borghese, e rappresentano il primo importante momento di costruzione di una coscienza di classe. Dal mutualismo comincia infatti quel processo di acquisizione di consapevolezza sociale da parte delle classi lavoratrici che le porterà a farsi movimento unito e identificato all’interno della società; la gestione di una S.M.S. diviene, inoltre, la prima palestra di educazione democratica, fornendo la preparazione adeguata per affrontare l’ingresso dei lavoratori nel mondo della politica.
Le funzioni delle Società cominciano poi gradatamente ad espandersi e partendo dall’ambito giuridico-solidale dell’assistenza e della previdenza, finiscono col favorire e promuovere l’aggregazione umana, l’istruzione e l’organizzazione del tempo libero; non solo uno strumento di tutela, dunque, ma anche una struttura atta a cancellare la solitudine e lo spavento del lavoratore dinanzi alla rapida evoluzione del mondo.
A partire dal 1851, anno in cui nascono le prime associazioni a Genova, inizia quella “scuola dei lavoratori” che parte con il darsi uno statuto e strumenti di autoregolazione e che arriverà a possedere tecniche fondamentali per la gestione di organismi di associazione operaia più avanzati. Attraverso una diffusione capillare le S.M.S. si moltiplicano raggiungendo ogni zona della Liguria; dietro ogni società, dietro ogni statuto, ci sono ovviamente gli uomini, che attraverso la risoluzione delle questioni pratiche e il dibattito democratico hanno contribuito a costruirsi una cultura della “politica” utile all’emancipazione delle classi lavoratrici.
(Danilo Pedemonte, Storia Curiosità dal 1902 al 2002, S.M.S. “Unione” Manesseno)