Magazine Diario personale

La società digitale

Da Thid @Philomela997

Fayda

La società digitale, al suo interno, non è razzista, non è sessista. È una società democratica, che ha assoggettato tutte le altre. Meriterebbe il titolo di civiltà digitale, ma meglio ancora sarebbe un termine nuovo. Iniziò a delinearsi nel XXI secolo, come erede di ogni privilegio precedentemente concepito. Ricchezza, potere, successo, avevano assunto una sproporzione così enorme che chi li possedeva sembrava appartenere a un’altra specie. Le persone ricche e colte vivevano di più, avevano un aspetto e un odore migliore, si esprimevano in modo completamente diverso dagli altri. La massa. Dulcis in fundo vengono gli innesti, che possono essere di ultima generazione, perfettamente aggiornati e funzionanti, o lenti e ferruginosi. Gli innesti sono entrati a far parte del corpo umano, ma gli appartenenti alla civiltà digitale sono gli unici a goderne i benefici in modo sicuro e longevo. Sono loro, naturalmente, che gestiscono i brevetti e stabiliscono i prezzi degli upgrade. Nel XXI secolo, comunque, la società digitale prese coscienza di se stessa. In tutto il mondo, in tutte le culture, c’erano persone ricche, ben istruite, in posizioni di potere. E c’era una massa di intellettuali figli della classe media occidentale che lavorava al di sotto delle sue potenzialità, insoddisfatta. Queste persone, gli appartenenti a quella che oggi chiamiamo società digitale, avevano tra loro in comune molte più cose di quante ne avessero con i loro connazionali. Così, con un processo lento ma costante, che procedeva indisturbato, presero il potere. Il Livello fu una conseguenza a lungo termine. Il capitalismo stava fallendo, e il Livello fu l’opera pubblica planetaria che salvò il sistema dal tracollo. Allora le democrazie erano già una farsa. Interessarsi di politica era come lo sport in televisione, si faceva il tifo per dei personaggi lontanissimi dalla quotidianità, e quando democraticamente si decise che ad abitare il Livello lunare sarebbero stati i ricchi, i potenti e alcuni di coloro che si erano potuti pagare l’università, nessuno protestò.

Così eccoci qua. Sulla Luna.


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