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La sofferenza delle parole

Creato il 21 giugno 2011 da Lucas
«Il presidente del consiglio ha fatto bene a richiamare all'ordine l'unità dei riformisti e dei moderati che si riconoscono nel popolarismo europeo».
È passata circa una mezz'ora da quando il ministro Sacconi ha pronunciato questa frase a Ballarò. Io non guardo Ballarò, ero fuori e una finestra era aperta e ho udito Floris dare la parola a Sacconi, e Sacconi dire questa frase, e questa frase mi è rimasta in mente nonostante, nel frattempo, abbia fatto due passi, abbia mangiato due lamponi, abbia salutato due lucciole e sentito il lontano dlin dlon delle mucche al pascolo. Ecco, nonostante molte distrazioni bucoliche questa frase mi è rimasta in mente e soffro e invoco il cielo e le stelle e i grilli che cantano di non farmi mai pronunciare frasi simili, mai, mai e poi mai. Lo so che avere l'ardire di pronunciare frasi simili è il viatico più sicuro per diventare qualcuno nella politica, nell'economia, o in qualche altro posto di rilievo dell'establishment. Ma io sono allergico a questo tipo di linguaggio, lo sono sempre stato. Ma perché sono così sensibile? Perché i miei geni e i miei memi non si sono adattati a queste forme di linguaggio stereotipato? Ecco perché non occuperò mai posti di potere: perché non riesco torcere la lingua a dei bassi fini, non so far male alle parole, non riesco a mandarle in giro piene di travestimenti e inganni, non riesco a prostituirle affinché possano riportarmi indietro qualcosa, a me che tutto ho tranne la vocazione del magnaccia.Povere parole offese: possa, nel mio piccolo angolo di rete, offrire un rifugio alla vostra voglia di essere libere, non tanto dalla finzione, quanto dalla turpitudine.

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