La Solfatara di Pozzuoli

Creato il 03 maggio 2014 da Vesuviolive

“Vi è, tra Neapolis e i vasti campi di Dicearchia, un luogo posto
nel fondo di un abisso cavo, bagnato dalle acque del Cocito;
infatti ne fuoriescono impetuosamente vapori, che si spargono
intorno con soffocante calore”
Petronio, I sec. d. C.

Sinistri rumori, odori, tremori e colori, ribollir di fango, fumarole alte fino al cielo è ciò che ti accoglie quando arrivi alla Solfatara, 4000 anni di storia, ma non sembra dimostrarli.
Gli antichi conoscevano già la Solfatara ed uno dei primi a testimoniarne l’esistenza fu Strabone (66 a.C. – 24 d. C.), uno storico romano d’età imperiale, che nella sua “Strabonis Geographica” la indica col nome di “Forum Vulcani”, dimora del Dio Vulcano ed ingresso agli Inferi. Durante tale periodo iniziò l’attività estrattiva mineraria che raggiunse il suo apice nel periodo medievale.

Percorso Solfatara

La Solfatara è nota anche per lo storico avvenimento del 19 settembre del 305 d. C., quando il proconsole Dragonio fece decapitare alcuni prigionieri cristiani, tra cui San Gennaro vescovo di Benevento, nel Foro di Vulcano, proprio presso la Solfatara di Pozzuoli. In questa zona sorse, tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo d. C., una basilica dedicata al Santo martire della quale è rimasto solo l’Altare conosciuto dal popolo come la “Pietra” sulla quale sarebbe stato decapitato San Gennaro.
Su tale pietra sono rimaste alcune macchie del suo sangue le quali sono nere durante tutto l’anno e di colore rosso rubino nei giorni che precedono l’anniversario della sua morte, così come il sangue raccolto nella celebre ampolla. Il fenomeno del sangue di San Gennaro continua, tutt’oggi, a non avere una spiegazione scientifica e si ripete ogni anno alla vigilia della prima domenica di maggio, data della traslazione del corpo del Santo, il 16 dicembre, anniversario dell’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 1631, durante la quale i napoletani invocarono la sua protezione e il 19 settembre, data del martirio.

La fangaia

La Solfatara, a partire dal 1700, divenne una tappa fondamentale del cosiddetto “Grand Tour” (viaggio d’istruzione per i giovani nobili di famiglie europee) e dal 1900 aprì ufficialmente le sue porte al pubblico. Per i suoi vapori, per i fanghi e per le acque considerate medicamentose divenne ben presto uno dei più famosi stabilimenti termali dei Campi Flegrei.   Oggi la visita alla Solfatara avviene di solito in senso antiorario seguendo il perimetro del cratere, dove si concentrano la maggior parte delle attività vulcaniche. E’ possibile osservare l’intera area del cratere accedendo ad un belvedere, proseguendo poi per un pozzo d’acqua minerale, un tempo utilizzata per alleviare i sintomi del vomito, per guarire dalla scabbia, per distendere i nervi, e per acuire la vista.   Segue la zona della fangaia, delle cave di pietra trachite per giungere, finalmente, alla spettacolare “Grande Fumarola”, la principale della Solfatara dal caratteristico puzzo di “uova marce”, tipico dell’Acido Solfidrico in essa contenuto, ed infine alle stufe antiche ritenute ottimali per la cura di malattie delle vie respiratorie e della pelle.

La grande fumarola

Da qualche anno la Solfatara è oggetto di interessanti iniziative culturali, come lezioni di matrice geologica e vere e proprie escursioni nel cratere con Guide Vulcanologiche. In aggiunta sono stati attivati laboratori multimediali ed interattivi, per ragazzi dai 6 ai 18 anni, sull’attività dei vulcani e sulla previsione dei terremoti.

Inoltre appassionanti risultano le sempre più affollate visite serali del sabato condotte da un esperto di cucina geotermica con il vapore a 160° C di una fumarola, durante la quale vengono distribuiti assaggi di pesce azzurro e vino Falanghina.

Vale davvero la pena visitare la Solfatara poiché numerosi sono gli eventi che si svolgono nel sito: dalle giornate a tema, come le “Giornate rosa” dell’8 Marzo, a concerti, seminari e letture a voce alta di opere famose.

La Solfatara è aperta tutti i giorni dalle ore 8:30 alle ore 16:30.
Informazioni sito
www.solfatara.it
www.facebook.com/vulcano.solfatara
www.ilportaledeiparchi.it

Bibliografia: Touring Club Italiano, Guida d’Italia. Napoli e dintorni, Milano, 1938. ; Salvatore Di Giacomo, Campi Flegrei – La Solfatara, Pozzuoli, Baia, Bacoli, Miseno, Cuma, Napoli, 1994;  Autori Vari, Le Terme Puteolane e Salerno nei codici miniati di Pietro da Eboli, Napoli, 1995.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :