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La solidarietà pelosa 2.0 del "Je Suis"

Creato il 14 novembre 2015 da Tafanus

IesisAi tempi dell'attentato alla redazione di "Charlie Hebdo", sui "social" (che abolirei per legge) c'era stata la fioritura di nick-names, avatar, condivisioni del cartello "Je Suis Charlie".

Con tutto il rispetto per i vari "Charlie" di complemento, ho sempre guardato con estremo sospetto  alle trovate della rete che in un attimo diventano virali. Lo hastag #jesuischarlie su twitter in pochi giorni aveva superato 5.000.000 di condivisioni. E pazienza se su 5 milioni di condivisori seriali almeno 4.995.000 non avessero mai sentito nominare, e ancor meno avessero sfogliato una volta nella vita, il settimanale c.d. "satirico" CHARLIE HEBDO. In tal caso, avrebbero saputo che Charlie Hebdo non era "Le Canard Enchainé", ma un giornaletto che tirava poche migliaia di copie, e che come "posizionamento" di marketing ne aveva scelto uno facile facile: in un paese spostanzialmente di destra, aveva fatto del razzismo latente (ma non troppo latente) il tema centrale, e della volgarità dell'insulto alle altrui religioni la cifra stilistica. Insomma, un "calderolismo al quadrato".

Fatto salvo il mio odio per chi uccide gente inerme, e la umana pietas dovuta a chi muore morto ammazzato, oltre non riuscivo ad andare. "Je Suis Charlie"??? Neanche per sogno. Io, ateo, rivendico il merito di non aver MAI insultato i credenti di alcuna religione. Ma rivendico anche la libertà di distinguere la satira intelligente, e persino cattiva, da volgarità gratuite "marketing oriented" etichettate come "satira".

Forse per questo ho sfidato l'ira potenziale dei 5 milioni di "Charlie 'de noantri", con una presa di posizione - illustrata dal cartello in calce - che andava in direzione opposta:

Jenesuis

Insensibilità umana? Niente affatto. Semplicemente la voglia di uscire da un coro che non mi piaceva. No, non sono mai stato Charlie. E la mia presa di posizione ha suscitato molti insulti, ma anche molti commenti profondi, e persino molte condivisioni.

E VENIAMO ALLA PARIGI DI IERI

Ieri a Parigi il terrorismo dell'IS ha cambiato marcia. Non siamo più al tagliagole isolato in favore di telecamera, ma all'azione militare organizzata, clamorosa, nel cuore di una delle più grandi metropoli occidentali. Ieri (ma di quanto tempo hanno ancora bisogno, i paesi occidentali e i paesi arabi moderati e ricchi?) si è capito - spero - che la guerriglia "mordi e fuggi" sta diventando guerra organizzata. Ma dai proclami dei politici occidentali, emerge chiaramente che non tutti hanno capito, e che non tutti hanno afferrato il concetto che la guerra al terrorismo dell'IS è una guerra "asimmetrica": noi tracciamo la lista degli "obiettivi sensibili", così diamo stupidamente in mano all'IS - per esclusione - la lista degli obiettivi facili. Noi siamo vittime consapevoli della Convenzione di Ginevra? Loro se ne sbattono i coglioni. Noi non ci faremmo mai saltare in aria in un ristorante o in un teatro, loro si.

Tempo
Ieri un noto, storico giornale della destra romana. ha provato a rilanciare il tormentone "Je suis", con un patetico, sgrammaticato, "Je suis Paris".  Ancora una volta: mettiamo in circolo, sperando che "tiri", un tentativo di tormentone, e con questo ci mettiamo l'anima in pace, e andiamo a dormire tranquilli? Riempiamo gli androni delle ambasciate francesi nel mondo di fiori e di "Je Suis Paris", e con questo possiamo andare a dormire il sonno del giusto, con la coscienza di aver fatto tutto ciò che dovevamo e potevamo fare?

Purtroppo le cose sono meno semplici. Dopo aver mandato i fiori alle ambasciate ci richiuderemo in quell'inestricabile labirinto di muri fisici che sta diventando, fotografata dall'alto, l'Europa? Ognuno per se e Dio (o Allah) per tutti?

Credo che ormai si debba prendere atto che una guerra asimmetrica come quella ormai esplosa si debba combattere TUTTI insieme, anche con mezzi a-convenzionali. Questa guerra è destinata ad innalzarsi di livello, anche perchè cresce e si sviluppa la competizione per la leadership fra il vecchio (Al Kaeda) e in nuovo (l'IS). E' iniziato il gioco a chi la fa meglio, a chi la fa più grossa.

Organizzazioni definite "non strutturate". Niente di più sbagliato e sottovalutato. Organizzazioni strutturatissime, ma secondo patterns che ci sfuggono. Non possiamo definire destrutturato tutto ciò di cui ignoriamo nei dettagli la struttura. Ma alcune certezze ci sono. Organizzazioni costosissime, e spesso conosciamo le loro fonti di approvvigionamento del danaro: campi petroliferi occupati, rapimenti con riscatti miliardari, compiacenti finanziamenti da paesi (arabi e non) che vogliono vivere tranquilli...

Cominciamo da li. E, a costo di farmi insultare dai "Garantisti Uniti di Tutto il Mondo", cominciamo col mettere in un cassetto la Convenzione di Ginevra, che se rispettata da una sola delle parti in causa, porta a fare una guerra finta, nella quale una delle fazioni spara con armi vere, e l'altra usa le armi-giocattolo che sparano i tappi di sughero. 

Tafanus 


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