LA SOLITA MINESTRA RISCALDATA
Il disprezzo infantile sparso a piene mani contro i politici, contro i magistrati, contro i sindacati, contro le istituzioni è un esercizio che di questi tempi viene fatto da molti e pare che soddisfi la gente. Forse lo si fa nel tentativo di intercettare la stanchezza e la protesta degli elettori.
Mobilizzare suscitando emozioni nella grande massa disattenta è sempre stato il sistema utilizzato dal furbo di turno, per far posto a se stesso.
Anche la capacità di spettacolarizzare il disagio, o di orientare la rabbia, di creare obiettivi finti inventandosi nemici da abbattere proponendosi come i personaggi che salvano il paese è cosa che abbiamo vista e vissuta.
Per l’unto di Arcore, i nemici sono stati i comunisti e nella prossima campagna elettorale saranno l’euro, la Germania e la Costituzione italiana che non gli ha consentito di governare e, ovviamente, la giustizia.
Per il comico di Genova, il nemico è la casta. Ma si dimentica che lui stesso è casta, come sono “casta” tutti coloro che attraverso i loro giornali, i libri, i dvd, diventano opinionisti di grido e fanno soldi proprio criticando la casta stessa. Dentro di loro si augurano che questo sistema da mungere non si blocchi mai e non muoia. Sarebbe la fine anche per i detrattori della casta.
Ebbene è ufficiale, l’unto del Signore si appresta a tornare in campo ed ad aviare, sin da ora, la campagna elettorale. Si ricandida, per la sesta volta, come candidato unico della destra alle prossime elezioni politiche. Lo fa perché, come sempre, deve difendere i propri interessi personali.
Innanzitutto la azioni di Mediaset in borsa sono passate da 20 euro cadauna (novembre 2011) ad 1 euro cadauna (adesso). L’arcoriano teme di perdere l’auge danarosa degli ultimi 17 anni, e quindi solo la politica, come la intende lui, può salvarlo. Poi ci sono ancora i processi. Nonostante tutte le prescrizioni c’è ancora qualche spina dolorosa che gli punge il fianco, come il processo per la nipotina di Mubarak diciassettenne frequentatrice del lettone di Putin.
Infine ha cambiato idea sul sistema di eleggere il parlamento: il sistema maggioritario che gli ha dato in passato glorie immeritate, non gli va più bene, vuole il sistema proporzionale, così, pensa e crede di diventare l’ago della bilancia nella costruzione di un nuovo governo di inciucio generale.
Bisogna vedere però se il partito che avrà più voti, e cioè il Pd, sarà disposto a mangiare la cacca berlusconiana. Non lo farà, ne ha già il disgusto adesso, che per senso di responsabilità cerca di aiutare questo paese ad uscire dal fango e dalla merda dov’è stato cacciato da Berlusconi e dai suoi compari legaioli.
La mangerà Grillo, o Casini, (non Fini) ma Rutelli sì, con Storace e tutto il resto della compagnia di destra che potrebbe svegliarsi e ritrovarsi in una miriade di liste civiche. Questa banda di guastatori vincerà le elezioni? Mi auguro di no, ma se le vincesse vorrebbe dire che gli italiani sono incredibilmente masochisti e desiderano la loro morte in tutti i sensi.
Ma ci si può scommettere ad occhi chiusi, sicuri di vincere, che la prossima campagna elettorale sarà di una noia incredibile, torneranno i soliti discorsi, con i soliti codazzi di sostenitori, torneranno gli odiati comunisti che mangiano i bambini, torneranno i pericoli della Costituzione repubblicana che non lascia governare come “lui” vorrebbe, torneranno le toghe rosse, torneranno i fantasmi di un passato abbastanza recente che ci ha già ucciso una volta, tornerà la solita vomitevole minestra riscaldata.
Con in più le grida del Grillo che, per paura, non si lascia avvicinare se non dai suoi fan, che dal suo trono inventato e virtuale, tenterà di sfasciare anche quel po’ di buono che in questo paese c’è ancora.