Buongiorno a tutti! Oggi vi propongo una riflessione su un romanzo della collana BookMe (DeAgostini) recensito pochi giorni fa: “La ragazza del 6E” di A.R. Torre. Si tratta di un contenuto inedito scritto dall’autrice stessa la quale, attraverso la voce di Deanna, protagonista del libro, ci racconta il significato della parola “solitudine” . Sono curiosa di conoscere le vostre opinioni. Buona lettura!
“Solitudine. Può essere definita come “la tristezza di non avere amici o un compagno”. Oppure “la tendenza a stare da soli e isolati dagli altri”.
Ma possiamo essere soli in un mondo di relazioni virtuali?
Io no. Ho tanti amici. Quasi quattromila se date un’occhiata alla mia pagina Facebook. Circa diecimila su Twitter. Ho un fanclub e video chatto con circa cento uomini al giorno. Trenta clienti regolari che conosco meglio degli amici di lunga data. Passo tutto il giorno a chattare con sconosciuti. Sconosciuti che mi hanno vista nuda, che mi rivelano segreti, speranze e timori della propria vita. Dovrei averne abbastanza del contatto umano, ma lo desidero sempre di più.
Online siamo chi diciamo di essere. Io sono una studentessa diciannovenne, una di quelle che vanno alle feste, che ridacchiano e si ubriacano e se ne fregano degli esami.
La vera me? Non lascio il mio appartamento da tre anni. Non ho amici, a parte i rapporti di lavoro che chiamo relazioni. Non ridacchio, non sorrido. Mi obbligo a vivere in prigione perché ho voglia di uccidere.
Se io sono una bugiarda, lo sono anche i miei clienti. Il mondo virtuale ci permette di essere le persone che non siamo ma vorremmo essere. Ma se non crediamo alla persona che ci stiamo facendo amica, come possiamo creare relazioni reali?
Tornando alla mia domanda: possiamo essere soli in un mondo di relazioni virtuali?
Conosco la risposta. Io sono sola. Desidero il rapporto umano, anche se ho paura di fare del male alle persone che mi raggiungono.
Migliaia di relazioni virtuali non eguagliano un corpo caldo che può abbracciarmi quando sto male. Che può toccarmi e provocare una reazione.
Voglio di più. Non voglio più uccidere nessuno. Quindi la mia porta rimarrà chiusa a chiave e resterò prigioniera dell’appartemento del 6E. Sono sola“
Deanna Campbell, The Girl in 6E