Al centro della storia - e di una narrazione che corre tesa verso il finale e brucia per le sue implicazioni emotive - le vite speciali di Alice e Mattia, entrambe segnate da un episodio traumatico accaduto nell'infanzia: un marchio a fuoco che li accompagna, insieme allo sguardo dell'autore attraverso l'adolescenza, la giovinezza, l'età adulta. I loro destini si incrociano e i due ragazzi si scoprono strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano 'primi gemelli': separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.
E beh, manco c'è da dirlo, quale libro migliore per quel momento del mese?! Mi ha catturata molto, tanto da finirlo in un paio di giorni. L'ho divorato sperando, come tutte le anime candide, che finalmente sarebbe arrivato il momento di dolcezza e riscatto che due che hanno un passato del genere si meritano. L'ho divorato per il piacere/dolore/morbosità che si prova a leggere di tragedie altrui. Ve lo consiglio quindi se vi trovate in un momento di particolare intensità esistenziale e se vi è capitato di apprezzare Ammanniti per gli stessi motivi. Vi lascio qualche citazione.
Si mise a canticchiare una canzone per sentirsi meno sola.
Desiderava con avidità la spregiudicatezza delle sue coetanee, il loro vacuo senso di immortalità. Desiderava tutta la leggerezza dei suoi quindici anni, ma nel cercare di afferrarla avvertiva la furia con cui il tempo a sua disposizione stava scivolando via.
Mattia pensò che non c'era niente di bello nell'avere la sua testa. Che l'avrebbe volentieri svitata e sostituita con un'altra, o anche con una scatola di biscotti, purchè vuota e leggera. Aprì la bocca per rispondere che sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che uno possa costruirsi, ma poi non disse nulla. Pensò a quando la maestra l'aveva messo al centro della classe , con tutti gli altri intorno a guardarlo come una bestia rara, e gli venne in mente che era come se in tutti quegli anni non si fosse mai mosso di lì.
Alice sorrise al pensiero che quella potesse essere la loro prima mezza verità di sposi, la prima delle minuscole crepe che si formano in un rapporto, dove presto o tardi la vita riesce a infilare un grimaldello e fare leva.